“La Regione arrivi a una soluzione in grado di impedire lo sradicamento di Parmalat dal territorio. E si faccia parte attiva nel confronto che i vertici del gruppo francese Lactalis avranno con i sindacati e il governo nazionale sul piano di riorganizzazione industriale, per far valere gli importanti interessi che l’Emilia-Romagna ha in questa vertenza industriale”. A chiederlo, tramite un’interrogazione, è il consigliere Fabio Rainieri (Lega Nord).
Lactalis – scrive il consigliere nell’atto ispettivo – “ha intenzione di acquisire il restante 3% della proprietà azionaria di Parmalat S.p.A. per poi procedere a far uscire la stessa società dalle quotazioni azionarie in borsa e quindi provvedere a una riorganizzazione globale del gruppo. Questa riorganizzazione- continua Rainieri- porterà alla creazione di nove divisioni, di cui cinque per le varie aree geografiche in cui è presente Lacatalis. Una di queste sarà riservata all’Italia e quindi accorperà la Parmalat con la Galbani di Milano; mentre le direzioni strategiche, commerciali e produttive saranno assorbite dalla divisione generale del gruppo industriale, che ha sede a Laval in Francia”.
Parmalat S.p.A., analizza il consigliere, “nonostante la sua vocazione internazionale con 68 stabilimenti in tutto il mondo, ha un forte radicamento in provincia di Parma e ha mantenuto il suo quartier generale a Collecchio, impiegando nei suoi uffici e stabilimenti migliaia di addetti con un notevole indotto per la filiera agroalimentare dell’intera regione”. Invece, il piano di riorganizzazione “toglierà a Parmalat autonomia gestionale e metterà inevitabilmente in discussione posti di lavoro, in particolare per i dipendenti di un settore aziendale che verrà radicalmente rivista con la creazione della nuova divisione unica per l’Italia”. In più, conclude Rainieri, “il piano potrebbe comportare anche un parziale allontanamento strategico della stessa industria dalla provincia di Parma e dall’Emilia-Romagna, con pesanti ripercussioni negative sui livelli occupazionali e sull’indotto”.
(Stefano Chiarelli)