Ambiente e territorio

Ambiente Bologna. Esondazione Reno, dighe e cantiere aperto sugli argini nel mirino di Galli (Fi)

Il consigliere interroga la giunta anche per avere una stima dei danni

Andrea Galli (Fi)

Conoscere le stime dei danni nella zona dell’Appennino e della Bassa Bolognese dopo le alluvioni dello scorso week end. Due interrogazioni con cui il consigliere di Forza Italia Andrea Galli chiede la conta dei danni. “Le esondazioni- spiega l’esponente azzurro- hanno interessato anche zone appenniniche come Vergato. In corrispondenza di via Lolli, vicino alla stazione, l’esondazione ha provocato il trascinamento di fanghi e detriti sulla strada, tra Gaggio Montano e Porretta Terme è stato chiuso il ponte che attraversa il torrente Silla e una frana ha interessato anche la strada Provinciale 632 a Molino del Pallone. Ai laghetti di Borgonuovo l’acqua ha invaso la strada di Sapaba, fino a lambire la rotonda dell’uscita della nuova Porrettana. Risultano essere stato distrutti anche gli orti a Sasso Marconi”.

Critiche, da parte di Galli, anche per la gestione della situazione nella Bassa, dove “vicino all’argine rotto, a Castel Maggiore, pare fosse aperto un cantiere, in pieno inverno, allestito tra l’altro tra settembre e ottobre proprio per mettere in sicurezza l’argine stesso” ed “è stata monitorata anche la situazione a Casalecchio di Reno dove l’acqua è arrivata a lambire il bar e le cabine nella zona del Lido mentre l’acqua ha invaso via Allende con conseguente chiusura”.

Galli solleva anche il caso delle “due dighe, quella di Pavana e Suviana, gestite da Enel: non è sufficientemente chiaro quale sia stata la procedura rispetto alla loro apertura”. 

Dunque il consigliere interroga la giunta per sapere “quali siano le stime dei danni nella zona dell’Appennino a seguito delle piene, se le dighe siano state effettivamente aperte per il deflusso dell’acqua. In caso, quale sia la procedura in termini di tempistiche e modalità e se sia stata data preventiva informazione alla popolazione. E- infine- se esista un protocollo di coordinamento tra enti, associazioni e forze dell’ordine per fronteggiare simili situazioni”.

Inoltre, Galli chiede “se e con quali tempistiche intenda intervenire per ottenere riscontro della richiesta di stato di emergenza, come intenda incrementare i fondi destinati alle politiche di prevenzione e di protezione degli argini, quali misure di sostegno e quali forme di risarcimento si metteranno in campo per le aziende agricole danneggiate dalla piena e per le famiglie costrette ad abbandonare le proprie abitazioni, come si intenda accertare eventuali responsabilità per quanto avvenuto, con particolare riguardo alla rottura degli argini e alla tracimazione del fiume Reno e al fatto che in zona fosse presente un cantiere ancora aperto; se ad appaltare i lavori della messa in sicurezza dell’argine sia stata la Regione e per quale importo, se la Regione fosse a conoscenza della sospensione dei lavori e delle condizioni in cui versava il cantiere e- infine- se i tecnici regionali abbiano effettuato sopralluoghi nella zona del cantiere”.

(Margherita Giacchi)

Ambiente e territorio