“La Regione preveda la possibilità di attivare nuovi percorsi formativi ad indirizzo ‘Servizi per la sanità e l’assistenza sociale’ nella programmazione per gli anni 2020/2021 e successivi, intervenendo sugli indirizzi regionali in vigore per valorizzare il quadro normativo nazionale rispetto al decreto legislativo 61/2017 e cogliere così le opportunità occupazionali”. A chiederlo, con una risoluzione a prima firma di Luciana Serri, sono altri 17 consiglieri del Partito Democratico, Igor Taruffi (Sinistra Italiana) e Silvia Prodi (Misto).
“L’esecutivo regionale- scrivono i consiglieri nell’atto ispettivo- dovrà prevedere questo diploma di istruzione professionale anche tra i titoli previsti nell’accreditamento delle strutture socio-sanitarie. Il decreto legislativo 61 del 2017- spiegano – di revisione dei percorsi di istruzione professionale, ispirandosi a un moderno concetto di occupabilità, istituisce il profilo dei ‘Servizi per la sanità e l’assistenza sociale’ tra i nuovi undici indirizzi di studio”. Un’innovazione che “consente alle scuole la preparazione di percorsi formativi richiesti dal proprio territorio, attraverso un’ampia autonomia e flessibilità al fine di far corrispondere l’offerta alla domanda di professioni e di lavoratori”.
Il nuovo percorso quinquennale dell’indirizzo ‘Servizi per la sanità e l’assistenza sociale’, articolato in un biennio e un triennio, “nasce da esigenze concrete della società, destinate a crescere ulteriormente in futuro, e ha lo scopo di far acquisire allo studente le competenze necessarie per organizzare e attuare, in collaborazione con altre figure professionali, interventi adeguati alle esigenze socio-sanitarie di persone e comunità”. La formazione- continuano i consiglieri- “permette agli studenti diplomati di trovare sul proprio territorio occupazione in ambito sociale, oppure di accedere a facoltà universitarie di settore (sanitario, sociale, educativo) con una preparazione più specifica, o ancora di acquisire ulteriori competenze attraverso la frequenza di percorsi di qualificazione regionale, tra i quali la qualifica di operatore socio-sanitario”. Se la Regione permettesse l’istituzione di questo nuovo indirizzo, “si attiverebbero nuove opportunità di occupazione per i giovani”, compresa “la possibilità di rispondere alla domanda di nuovi servizi erogati e garantiti da un nuovo profilo arricchito di competenze, scaturito dalla riforma nazionale”. Già importanti istituzioni- concludono- come la rete nazionale dei servizi per la sanità e l’assistenza, “si sono attivate per far riconoscere al diploma di “Tecnico per la sanità e l’assistenza sociale” la qualifica di IV livello EQF, presente in Europa ma ancora non in Italia, corrispondente alla posizione intermedia tra l’infermiere laureato (V livello) e l’Oss (III livello), che se riconosciuto consentirebbe di offrire ai giovani ulteriori e qualificate opportunità occupazionali”.
La risoluzione è a firma di: Luciana Serri, Paolo Zoffoli, Roberto Poli, Stefano Caliandro, Marcella Zappaterra, Katia Tarasconi, Valentina Ravaioli, Luca Sabattini, Alessandro Cardinali, Enrico Campedelli, Giuseppe Boschini, Roberta Mori, Ottavia Soncini, Antonio Mumolo, Giuseppe Paruolo, Francesca Marchetti, Paolo Calvano, Barbara Lori, Silvia Prodi, Igor Taruffi.
(Stefano Chiarelli)


