I lavori di pulizia sulle sponde del fiume Santerno autorizzati dall’Arpae e iniziati a gennaio scorso sono al centro di un’interrogazione di Daniele Marchetti (Lega nord). “I primi interventi nelle aree limitrofe al ponte degli Alidosi di Castel del Rio – una zona di circa 18 chilometri – prevedono la manutenzione straordinaria della vegetazione spondale” spiega Marchetti, “ma ci sono altri 7 chilometri all’interno del Parco regionale della Vena del gesso romagnola sottoposti a misure specifiche di conservazione dove è permesso solo il taglio fitosanitario nei confronti di esemplari pericolanti e un’intensità di taglio al massimo del 30% su tutta la sponda”.
La ditta esecutrice dei lavori, la Fluvial forest di Codogno, dovrebbe occuparsi, specifica il leghista, del “taglio e prelievo della vegetazione arborea e arbustiva lungo il Santerno fino a Mordano per un totale di 93 ettari”, ma per l’ultimo tratto di 8 chilometri non è stata concessa l’autorizzazione “perché, come si legge nei documenti, sarebbe in conflitto con il programma di manutenzione già progettato e approvato dalla Regione Emilia-Romagna”.
Il consigliere spiega che non appena gli operai si sono messi all’opera “sono nate molte polemiche rilanciate poi dai diversi organi di informazione”. “I primi a segnalare problemi sarebbero stati proprio due volontari delle Guardie ambientali metropolitane”, chiarisce Marchetti che aggiunge, tuttavia, come “i sopralluoghi dei tecnici e delle istituzioni competenti abbiano escluso qualsiasi tipo di abuso o di errore”.
Il leghista chiede quindi all’esecutivo regionale se sia al corrente di queste polemiche e che tipo di accorgimenti stia valutando per informare i cittadini dei costi, dei benefici e dei modi in cui ci si adopera in questi casi. Inoltre, il leghista suggerisce di “affiancare un tecnico della Regione alla ditta esecutrice per indicare con esattezza quali alberi tagliare”.
(Francesca Mezzadri)