COMUNICATO
Scuola giovani e cultura

Scuola. Sensoli e Bertani (M5s): 346 in regione; intervenire sul fenomeno ‘Hikikomori’, i giovani che rinunciano a tutto/ foto

Interrogazione e risoluzione per chiedere alla Giunta di attivare un protocollo d’intesa inter-istituzionale per affrontare il ‘ritiro sociale volontario’ di molti adolescenti, che finiscono per abbandonare la scuola

Il fenomeno degli ‘Hikikomori’, termine giapponese che indica il ritiro sociale volontario da parte di adolescenti tra i 13 e i 16 anni, finisce al centro di un’interrogazione e di una risoluzione presentate dai consiglieri Raffaella Sensoli e Andrea Bertani (Movimento 5 Stelle).

“La Regione- scrivono i consiglieri nell’atto ispettivo- intervenga contro questo emergente fenomeno, che finisce per causare il progressivo abbandono scolastico, attivando collaborazioni fra diverse istituzioni e approntando un protocollo d’intesa con l’Ufficio Scolastico regionale del ministero dell’Istruzione, università, Ordine degli Psicologi e associazioni che se ne occupano”.

Il termine Hikikomori (‘stare in disparte’ la traduzione letteraria) identifica un fenomeno registrato in Giappone dagli anni ’80 (definito dallo psichiatra nipponico Saito), che poi si è via via diffuso in altre aree del mondo. Occidente e Italia compresi. I ragazzi affetti da questo disagio finiscono per ritirarsi in casa, nella loro stanza. E rinunciano a tutto e a tutti. Anche alla scuola. Spesso e volentieri il primo contesto sociale (ma non l’unico, le motivazioni possono essere diversificate) ad essere rifiutato. Non tanto per disinteresse o insuccesso negli studi, ma per l’impossibilità di reggere la convivenza sociale con i coetanei. Timore di fallire, essere giudicati e derisi, o il rifiuto di pressioni sociali ritenute eccessive e contrarie ai propri desideri o aspirazioni sono le cause del fenomeno.

“L’ufficio scolastico regionale- analizzano Sensoli e Bertani- è stato il primo in Europa a raccogliere dati sul fenomeno degli ‘adolescenti eremiti sociali’ attraverso le scuole, rilevando che in Emilia-Romagna sono stati segnalati 346 casi, di cui 32 a Rimini (16 maschi e 16 femmine), che si dividono in 4 casi alle scuole medie e 28 alle scuole superiori”. Proprio nel territorio di Rimini “sono state 56 le scuole analizzate e la fascia di età a maggior rischio si è confermata quella del passaggio tra la scuola secondaria di I e di II grado”. Secondo lo studio, “i principali motivi di questo deficit sono riconducibili a depressione, disturbi d’ansia o attacchi di panico, fobia scolare e fobia, ritiro o ansia scolastica”.

(Stefano Chiarelli)

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