La Giunta regionale “faccia in modo che siano riconosciuti ai dipendenti della sanità privata condizioni contrattuali in linea con quanto previsto per le medesime professioni che operano nel sistema sanitario regionale, considerato che si tratta di prestazioni erogate da strutture che operano in un regime di privato accreditato, evitando che l’onere conseguente ricada esclusivamente sulle Regioni”. Questa è una delle richieste contenute in un’interrogazione depositata oggi e firmata dai consiglieri regionali del Partito democratico Mirco Bagnari, Manuela Rontini e Paolo Zoffoli che ricordano nelle premesse dell’atto ispettivo la situazione legata al rinnovo del contratto collettivo nazionale della sanità privata.
“È scaduto da oltre 12 anni e interessa una platea di circa 300 mila lavoratori- scrivono i dem-. Questa mancanza sta peggiorando le condizioni di chi lavora e non viene così riconosciuto il grande contributo che nella sanità privata i lavoratori danno nella cura delle persone e nella tutela dei diritti, erogando prestazioni che rientrano nei livelli essenziali di assistenza. In un quadro dove il privato accreditato risulta certamente più rafforzato rispetto che in passato- continuano i democratici- i datori di lavoro della sanità privata, dalla scadenza del precedente contratto, hanno offerto prestazioni, pagate con risorse pubbliche retribuendo il personale pari qualifica mediamente meno e spesso con organici più scarsi, rispetto al pubblico”.
Bagnari, Rontini e Zoffoli ricordano che “con un emendamento alla legge regionale sul finanziamento, programmazione e controllo delle Aziende sanitarie e gestione sanitaria accentrata, la Regione ha aperto il riconoscimento di Irccs (Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico) anche a soggetti di diritto privato già accreditati e integrati nella rete socio-sanitaria regionale. Contestualmente l’Assemblea legislativa ha approvato anche un Ordine del giorno collegato che sosteneva la necessità che queste strutture operino nell’ambito di una progettazione coerente con il complessivo sistema sanitario emiliano-romagnolo e che quindi siano sviluppati progetti di ricerca e assistenza, percorsi formativi omogenei e comuni. In più- continuano- sosteneva che queste nuove entità non facciano venire meno risorse al funzionamento della sanità pubblica ma che, al contrario, possano diventare elementi catalizzatori di ulteriori risorse aggiuntive in modo da potenziare e qualificare ulteriormente un sistema cosi integrato”.
I consiglieri chiedono quindi “quale opinione abbia il governo regionale della vicenda, anche alla luce dell’incontro richiesto da parte dei sindacati al Presidente Stefano Bonaccini in veste di presidente della Conferenza delle Regioni proprio in merito a questa vertenza” e “quale sia stato negli ultimi anni l’andamento della spesa della Regione Emilia-Romagna destinata a compensare le prestazioni erogate in convenzione dalle strutture private”.
(Andrea Perini)