Nella seduta congiunta della commissione Bilancio, affari generali e istituzionali, presieduta da Massimiliano Pompignoli, e della commissione Politiche economiche, presieduta da Luciana Serri, si è tenuta l’audizione degli “azzerati” di Carife (i risparmiatori colpiti dal fallimento della banca ferrarese) e delle associazioni dei Consumatori che hanno dato loro assistenza amministrativa e legale. Si tratta – hanno spiegato i presidenti Pompignoli e Serri – della prima audizione in programma per fare luce sui fallimenti bancari che negli ultimi anni colpito azionisti e obbligazionisti. Questo – hanno concluso – per consentire all’Assemblea legislativa, nel giugno prossimo, “di redigere un documento d’indirizzo bipartisan in grado di dare risposte riguardo a quanto accaduto e formulare indirizzi affinché casi analoghi non si ripetano”.
I comitati e le associazioni dei risparmiatori azzerati di Carife – ha riferito Paolo Calvano (Pd) – hanno chiesto ai consiglieri regionali di Ferrara (oltre a Calvano, la dem Marcella Zappaterra e i leghisti Alan Fabbri e Marco Pettazzoni) di istituire una Commissione assembleare d’inchiesta per fare luce sulla vicenda del fallimento della banca. Dato che una commissione assembleare d’inchiesta non ha poteri ispettivi – ha evidenziato il consigliere del Pd – abbiamo convenuto “di avviare una serie di audizioni mirate dei soggetti interessati nelle due commissioni competenti in materia, Bilancio ed Economia, con l’obiettivo di promuovere un focus sul rapporto tra risparmiatori e banche e tra istituti di credito e organismi di controllo e vigilanza (Banca d’Italia e Consob)”. Gli ha fatto eco Alan Fabbri (Ln), precisando che l’audizione è fondamentale per comprendere i contorni della vicenda al fine di agire con efficacia, anche in chiave di prevenzione. “Lo scopo- ha sottolineato il leghista- è far sì che in nessun territorio accada più quello che è successo a Ferrara. Il fallimento di Carife mette in evidenza come quella del controllo e della vigilanza sia questione cruciale nel sistema bancario italiano”.
Associazione Amici di Carife. Nel 2015, in forza della direttiva europea sul” bail in”, i risparmiatori sono stati chiamati a rispondere direttamente del fallimento di una banca. Carife e altre 3 banche, dopo appena pochi giorni dall’entrata in vigore della direttiva e in modo retroattivo, sono state dichiarate fallite. Il fallimento di Carife ha causato l’azzeramento dei risparmi di 32mila risparmiatori (sono 350mila gli abitanti dell’intera provincia). “C’è stata un’ingiustizia clamorosa, per ovviare alla quale occorre un’operazione verità, anche per accertare il corto circuito istituzionale che ha favorito il disastro” hanno affermato i rappresentati intervenuti. Dal 2009 al 2013 Carife era sotto stretta vigilanza di Banca d’Italia e dal 2013 al 2015 è stata commissariata dallo stesso organo. Dal 2015 al 2017, poi, i commissari hanno tentato di vendere l’istituto di credito fino a quando Carife è stato svenduta, di fatto “regalata” a Bper, per 1 euro. Dunque, dopo 8 anni di controllo diretto e pervasivo di Banca d’Italia, Carife è stata praticamente lasciata fallire. Per giunta, a fronte di un piano di salvataggio, approvato dalla stessa Banca d’Italia, che prevedeva l’intervento finanziario del Fondo interbancario per la tutela dei depositi bancari. “Si tratta di una vicenda paradossale, dalla quale emergono responsabilità evidenti delle istituzioni” hanno concluso.
Movimento risparmiatori traditi. Ancora oggi non si hanno dati precisi sui risparmi di Carife andati in fumo. La banca aveva 300 milioni (342 con le rivalutazioni) di partecipazioni in Banca d’Italia. Sarebbe importante verificarne la disponibilità a fini risarcitori per i risparmiatori.
Gruppo risparmiatori azzerati Carife. A Bper è stata regalata una banca con tutto il patrimonio immobiliare. A scapito di un territorio che è stato messo in ginocchio. Mentre la Cassa di risparmio di Cesena è stata salvata, Carife è stata lasciata fallire. Perché? I ferraresi sono forse cittadini di serie b? Le responsabilità del sistema istituzionale sono gravi ed evidenti. Per questo motivo “sollecitiamo il governo a erogare i risarcimenti promessi e la Regione a fare la propria parte”.
Lega consumatori. Gli azionisti di Carife sono stati ammessi in qualità di parte civile nel processo penale che ha visto la condanna, in primo grado, di parte degli amministratori della banca. Questo perché gli azionisti sono stati giudicati vittime di truffa. “Siamo di fronte a un’emergenza sociale che richiede risposte politiche urgenti: il governo deve agire senza ulteriori indugi approvando i decreti attuativi”. Analoga richiesta è stata avanzata da U.Di.con. e da Federconsumatori, che hanno sottolineato come “i risparmiatori di Carife hanno acquistato titoli azionari anche con la promessa di vantaggi futuri su conti correnti e mutui”. Infine, Adiconsum ha specificato come “a noi si rivolgono famiglie e pensionati cui sono stati promessi vantaggi. Non si tratta certo di speculatori finanziari”.
(Luca Govoni e Andrea Perini