L’Assemblea legislativa dedica una seduta monotematica alla Sessione europea per l’anno 2019, momento istituzionale di riflessione politica su ciò che la Regione ha fatto (fase discendente) per adeguare in modo efficace l’ordinamento regionale all’ordinamento europeo e su ciò che la Regione intende fare (fase ascendente) in riferimento alle iniziative preannunciate dalla Commissione europea, con particolare attenzione a quelle considerate di interesse prioritario per l’Emilia-Romagna.
Apre i lavori la vicepresidente dell’Assemblea legislativa, che rende omaggio a Lucia Serena Rossi, la prima giudice italiana della Corte di Giustizia Europea. “Possiamo essere fieri del nostro essere Regione d’Europa- afferma la vicepresidente- e di ciò che i nostri concittadini hanno saputo costruire sul piano della convivenza civile, dell’equilibrio sociale, della prosperità economica e dalla solidità culturale. Lo possiamo essere grazie anche all’opera della nostra Assemblea legislativa, che non ha mai perso un minuto né risparmiato sforzi per garantire e sostenere la partecipazione ai processi di conoscenza e consapevolezza della cittadinanza europea attraverso molteplici iniziative indirizzate in particolare ai più giovani. Nessuna meta, però,- ha concluso- è raggiunta per sempre, tanto che in questi anni si è profilato lo spettro di nuovi limiti, muri, confini. Il nostro compito è guardare avanti, non alle nostre spalle”.
Dalla presidenza regionale e dall’assessorato alle politiche comunitarie si evidenzia l’attenzione che la Regione Emilia-Romagna rivolge alle tematiche europee, ricordando come negli ultimi anni si sia avviata “una serie di interventi finalizzati a raggiungere obiettivi di semplificazione, sia sul versante legislativo, in termini di riduzione e miglioramento della produzione normativa, sia su quello amministrativo, in termini di riduzione degli oneri amministrativi gravanti su cittadini e imprese”. Queste azioni hanno prodotto l’abrogazione di 274 leggi regionali, 10 regolamenti e 148 disposizioni normative. Sul tema imprese viene poi rilevato che in Emilia-Romagna le società di capitale internazionalizzate superano le 3mila unità. Nel 2018 sono stati esportati verso l’Ue beni e servizi per 36,9 miliardi di euro (il 58,3% dell’export regionale complessivo), con un aumento del 34% in dieci anni. Infine, viene sottolineato la rilevanza che riveste, nel progetto comunitario, il concetto di “coesione”, anche fra le diverse regione europee, per “un’Europa dei territori e delle persone”. L’Emilia-Romagna, viene ribadito “è una delle regioni più avanzate, più europeiste”.
Ospite della Sessione Europea, Lucia Serena Rossi, giudice della Corte di giustizia europea di Lussemburgo. Rossi, che è stata docente di diritto dell’Unione europea all’Università di Bologna, parla di come, a livello europeo, l’Emilia-Romagna sia considerata “una regione all’avanguardia, un modello da portare ad esempio sia per l’operato di chi governa sia soprattutto per l’intraprendenza della sua gente”. Rossi spiega il ruolo della Corte di giustizia europea – composta da 28 giudici, uno per ogni Stato membro – che agisce su questioni internazionali su spinta di altri giudici europei e lo fa applicando il diritto dell’Unione europea. “Registriamo un numero crescente di cause legate alla situazione politica di alcuni Stati membri sul rispetto della magistratura” spiega Rossi introducendo quali siano i casi che arrivano alla Corte europea, “oppure questioni che riguardano direttamente i consumatori: ad esempio, per quanto riguarda il settore delle compagnie aree”. Inoltre, sottolinea la giudice, “sempre più cause sono legate alle nuove tecnologie: il problema della privacy, i casi di air bed and breakfast, delle politiche di google…”. Questo perché si tratta di questioni moderne che spesso non riescono a trovare risposte nelle nostre costituzioni. “Il compito della Corte di giustizia è sempre più spesso quello di trovare soluzione europee davanti ai giganti americani di internet” precisa Rossi.
Compete al presidente della commissione Bilancio, affari generali e istituzionali, illustrare la Risoluzione che contiene gli indirizzi della Regione per la formazione e l’attuazione del diritto e delle politiche dell’Unione europea. La Risoluzione – evidenzia il presidente – si articola in varie parti, la più significativa delle quali riguarda le proposte d’indirizzo e i temi emersi nel corso del dibattito politico svoltosi nelle diverse commissioni assembleari. Il presidente ricorda quelli più significativi: il rafforzamento del ruolo delle Regioni dei paesi membri per rilanciare l’integrazione europea; la messa in discussione della riduzione dei finanziamenti europei; la necessità di rivedere la riforma della Politica agricola comune (Pac), in particolare per quanto riguarda il modello di governance e le risorse finanziarie. E ancora, gli indirizzi su temi rilevanti per il futuro delle politiche e degli interventi della Regione sul territorio, quali: proseguire nelle politiche di investimento in ricerca e innovazione tecnologica dei sistemi produttivi, per il contrasto allo spreco e a favore del recupero alimentare, per il sostegno all’economia circolare, per la protezione del suolo e per il sostegno al turismo. Infine: sostenere il Pilastro europeo per i diritti sociali (buon funzionamento ed equità dei mercati del lavoro e dei sistemi di protezione sociale; contrasto alla povertà e alla marginalità estrema); sostenere la cooperazione internazionale; rafforzare la parità di genere; prevenire e contrastare il cyberbullismo.
Pd. Una consigliera esprime preoccupazione per il quadro finanziario europeo futuro, che prevede una riduzione di risorse per le politiche di coesione e le politiche agricole. Le politiche di coesione trovano nel protagonismo delle Regioni un elemento cruciale per l’integrazione europea e la tenuta dell’Unione. Per questo, una riduzione di finanziamenti è oltremodo preoccupante. Dal 2014, infatti dall’Ue sono arrivati alla nostra Regione 2,5 miliardi. “Dunque,- conclude la dem- la valorizzazione del ruolo delle Regioni attraverso adeguata dotazione finanziaria, sarà la battaglia del Pd per ridare slancio alle istituzioni europee. Un consigliere, infine, nel dichiarare il voto favorevole del Pd alla Risoluzione, ricorda il contributo dell’Università di Bologna nella costruzione del diritto europeo, specie in tema di libera circolazione dei professionisti, grazie al contributo di docenti come Mancini e Mengozzi, ed evidenzia come un tratto della nuova Europa sia “l’Erasmus” dei manager e dei professionisti.
M5s. Un consigliere richiama la necessità dell’Ue di voltare pagina, dato che negli ultimi anni l’egoismo dei singoli paesi membri ha minato il progetto originario di unità europea. I 5 stelle, ribadisce, sono europeisti radicali, dunque contrari alle politiche di austerità e di limitazione della partecipazione democratica che hanno causato il crescente euroscetticismo. Occorre rivedere anche la governance dell’Ue, trasferendo potere dal Consiglio al Parlamento e riducendo le decisioni assunte a livello intergovernativo. Così come è necessario ridurre il potere d’influenza delle lobbies. “La casa comune europea- sottolinea il pentastellato- rischia di crollare e noi ci impegneremo affinché non accada.
Misto-Mns. Un consigliere punta il dito contro l’attuale conformazione dell’Unione europea, che ha visto una cessione di sovranità da parte dei popoli e degli stati non recuperata a livello di istituzioni europee. Questo perché – sostiene – il vero potere si è concentrato nelle mani della Banca centrale europea, società privata in mano a lobbies finanziarie. Dunque, l’Ue è una comunità non comunitaria. “La perdita di sovranità monetaria da parte degli stati membri ha determinato una drammatica perdita di potere che ha finito per incrinare la fiducia dei cittadini nell’Ue e la tenuta complessiva delle istituzioni europee. Per questo è necessario rimettere gli stati al centro dell’Ue” conclude il sovranista.
Si. Un consigliere esprime preoccupazione per le incertezze sul fondo sociale, sul fondo per lo sviluppo rurale e sulla politica agricola comune. Per far fronte a queste criticità, che la risoluzione votata in Aula contiene, il gruppo Si chiede un importante attivismo della Regione per evitare la risoluzione dei fondi. “Queste incertezze- spiega il consigliere- sono lo specchio concreto delle contraddizioni che l’Unione europea sta vivendo da anni nelle sue istituzioni”. Quindi auspica un cambio di modello, in quanto il liberismo non ha fatto uscire l’Ue da una crisi di sistema i cui esempi più critici sono la gestione della situazione greca e la Brexit. Un altro consigliere, nell’annunciare il voto favorevole di Si alla Risoluzione, sottolinea come l’Unione europea debba essere rifondata, ma il progetto di una comunità di popoli coesa e solidale sia giusto e vada difeso.
Fi. Un consigliere sostiene la legittimità del referendum sulla Brexit: “il risultato è stato netto ed è stato importante dare la parola ai cittadini”. Inoltre, punta il dito contro “il duopolio” tra la Francia di Macron e la Germania della Merkel: “a ogni tornata elettorale i sostenitori di questa Europa cercano di delegittimare le opinioni ‘populiste’ parlando di ‘attacco alla democrazia’. Se, però, l’Europa non accetta critiche, diventerà sempre più autoreferenziale, creando una spaccatura sempre più profonda con i cittadini.”
Fdi. Un consigliere affronta il tema dell’occupazione: l’obiettivo europeo è del 75%, mentre “nella nostra regione si arriva al 73%, con una parte non trascurabile di precari”. Sull’ambiente, richiama la necessità di alleggerire il traffico nelle strade maggiormente congestionate al fine di ridurre le emissioni inquinanti. Sul rischio povertà ed esclusione sociale, Fdi rileva che esiste un’Europa a due velocità, in quanto quasi il 29% degli italiani è a rischio povertà. Riguardo alla direttiva Bolkestein, invoca in tempi rapidi una soluzione che dia finalmente certezze agli operatori del settore. Sul tema immigrazione ribadisce la necessità di “strategie comuni”, con particolare attenzione al contrasto della violenza sulle donne. Per Fdi – conclude il consigliere – “l’Europa di domani dovrà diventare rappresentativa di ogni nazione, regione e territorio con le proprie peculiarità”.
Ln. Un consigliere, annunciando il voto contrario dei leghisti alla risoluzione, ricorda come quello sulla Brexit sia stato un voto democratico. Infine, auspica un “prossimo cambio dell’Europa, con istituzioni che difendano i confini esterni e tutelino le coste, che adottino politiche a misura d’uomo con l’obiettivo di salvaguardare i paesi membri e le identità territoriali”.
Voto sulla Risoluzione. Si esprimono a favore Pd, Si e una consigliera del gruppo Misto; voto contrario di Ln, Fi, Fdi e il gruppo Misto-Mns; astenuti M5s e un consigliere del gruppo Misto.
(Ufficio stampa Assemblea legislativa)