Il problema della scarsità idrica indotta dai cambiamenti climatici va ad aggiungersi allo scarso tasso di rinnovo dell’attuale rete acquedottistica a servizio dei territori regionali, amplificandone gli effetti. Lo afferma un consigliere del Gruppo misto in un’interrogazione e in una risoluzione in cui chiede “quali siano le strategie a livello regionale per il contrasto alla dispersione di acqua delle reti idriche”.
“L’Italia”, scrive il consigliere, “è ricca di acqua, ma povera di infrastrutture, tanto da sprecare metà di quella distribuita; nel 2017, il settore civile ha prelevato 9 miliardi di metri cubi di acqua, di cui 8,3 quelli arrivati alle reti comunali, ma nelle nostre case ne sono giunti solo 4,9 miliardi”. Il consigliere sottolinea poi come dagli ultimi dati emerga “come gli acquedotti abbiano una percentuale media di perdita pari al 39%, il che significa che si perdono nei tubi 39 litri d’acqua ogni 100 litri immessi (nel dettaglio, al nord le perdite si attestano al 26%, al centro al 46% e al sud al 45%)”. Inoltre, bisogna considerare anche lo stato della rete nazionale, visto che “il 60% è stato posato oltre 30 anni fa e il 25% supera anche i 50 anni”.
Il consigliere cita nell’atto anche i dati del Primo rapporto sul mercato di reti e sistema di acquedotti dove emergerebbe che “l’Italia – che nel 2017 ha prelevato 17 miliardi di metri cubi di acqua per l’agricoltura, consumandone 14,5 e perdendone 2,5, – è il secondo Paese in Europa per ampiezza della superficie irrigata”. “Dalle risorse idriche collegate al bacino idrografico del Po (che sta soffrendo per carenza d’acqua) dipende il 35% della produzione agricola nazionale” continua nell’atto il consigliere che chiede se la Regione confermi i dati sulle caratteristiche e le cause di tale fenomeno, e “quale sia l’ultimo dato aggiornato sugli investimenti finanziari in relazione al contrasto alla dispersione di acqua delle reti idriche regionali e al loro tasso di sostituzione”. Altra richiesta del consigliere, sapere se esiste “un Piano delle attività di Manutenzione programmata sul territorio regionale e di quante risorse economiche si disponga per la sua realizzazione”, se siano sufficienti o se vi siano carenze economiche.
Infine, l’appello del consigliere, “data l’importanza del tema, è di organizzare un tavolo di coordinamento interregionale che porti ad una richiesta di erogazione di maggiori risorse nazionali riservate esclusivamente alle opere sia per la diminuzione delle perdite di rete sia per un più efficiente e contenuto uso delle risorse irrigue”.
(Francesca Mezzadri)