Nella Bassa Romagna viene distorta l’applicazione del modello pubblico-privato nei servizi per l’infanzia. Lo sostiene in Aula il Movimento 5 stelle in un’interpellanza dove fa presente il caso dell’Unione dei Comuni della Bassa Romagna. “Nel 2017 l’Unione ha indetto un bando di concorso pubblico per la copertura con contratto a tempo indeterminato di tre posti per insegnanti nei servizi per l’infanzia”. La graduatoria avrebbe individuato 18 candidate idonee. Tuttavia, nel frattempo, la stessa Unione avrebbe esternalizzato dei servizi al privato, ad una cooperativa. Una scelta, secondo la pentastellata, che “non è corretta nei confronti di insegnanti, cittadini e dello stesso servizio pubblico della regione Emilia-Romagna”.
“La Regione non ha potere gerarchico nei confronti dei Comuni, e i servizi educativi per la prima infanzia sono gestiti solo dai Comuni” risponde l’assessore “tuttavia l’Unione dei Comuni della Bassa Romagna avrebbe presentato un piano di assunzioni di significativo rilevo” visto che “a oggi sono già stati assunti 6 educatori, di cui 4 da graduatoria, e che il piano di internalizzazione proseguirà fino al 2021”.
La pentastellata, però, non è convinta. “Non si capisce perché il piano assunzioni vada avanti fino al 2021 e nel frattempo sia stata rinnovata l’esternalizzazione con la cooperativa; l’Unione avrebbe potuto inserire da subito gli insegnanti in graduatoria”.
(Francesca Mezzadri)