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Big data, Centri di ricerca e Università sentiti in commissione Cultura: “Avanti insieme con una Fondazione a Bologna”

Confronto sul futuro polo del supercalcolo tra Cineca, Centro euro-mediterraneo sui cambiamenti climatici, Università di Bologna, associazione Big Data, Tavolo imprenditori e Confindustria.

da sx: Centro metereologico, Cineca, Alma Mater, Confindustria e Tavolo imprenditoria. In alto da dx Big Data

Audizione in commissione Cultura, scuola, formazione, lavoro, sport e legalità del progetto di legge sugli investimenti della Regione Emilia-Romagna in materia di Big Data e intelligenza artificiale, meteorologia e cambiamento climatico.

L’assessore regionale a Scuola, Formazione, Lavoro ha presentato il progetto di sostegno e creazione di nuove infrastrutture di ricerca fra università, imprese e istituzioni. L’idea alla base del pdl è quella di creare una fondazione ‘Big data for human development’ che collochi l’Emilia-Romagna come centro per gli studi avanzati a livello nazionale, europeo e internazionale e metta insieme università, centri di ricerca, agenzie e imprese che operano nell’ambito dei Big data e intelligenza artificiale. “Un hub di sistema che è il tecnopolo di Bologna ma che è anche un centro europeo”, spiega l’assessore aggiungendo che “l’intento è quello di agire come sistema paese e diventare un punto di riferimento per lo sviluppo scientifico e tecnologico”. La Regione riconoscerà alla fondazione un contributo annuale di 500 mila euro per il triennio 2019-21.

Interviene il direttore del dipartimento supercomputing del Cineca di Bologna Sanzio Bassini per illustrare l’attività del centro, quella del supercalcolo scientifico, tra le eccellenze europee. “Il supercalcolo è considerato l’asse fondamentale per la conoscenza, l’innovazione industriale eco-sostenibile, la medicina di precisione e l’intelligenza artificiale,” spiega il direttore, “l’Europa ha colto il senso di questa sfida globale con la firma della dichiarazione di Roma sul supporto al supercalcolo”. Un percorso che garantirà l’avvio al lavoro di ricerca, ma anche l’implementazione di nuove infrastrutture – ovvero due macchine di supercalcolo, una delle quali potrà essere posizionata a Bologna.

Tra i relatori anche l’associazione Big Data che raggruppa i centri di ricerca, le quattro Università emiliano-romagnole (Bologna, Modena, Parma e Ferrara), insieme agli istituti di ricerca Ingv, Infn, Cnr, Centro cambiamenti climatici ed Enea. Come spiega il presidente Fabio Fava, questa “community al servizio del territorio” è nata nel 2015-16 con l’intento di trasformare il gruppo in un’associazione con radici in regione ma rami a livello nazionale. “La nostra mission è quella di interconnettere tutte queste eccellenze per metterle a sistema”, spiega, “e siamo già dietro al 90 per cento delle capacità di calcolo del paese”.

Tra gli istituti di eccellenza presenti in Commissione anche il Centro euro-mediterraneo sui cambiamenti climatici, “punto di riferimento per lo sviluppo meteorologico e miglior centro mondiale per la previsione meteorologica in 10 giorni”. Spiega il presidente Antonio Navarra: “In questi ultimi 30/40 anni si è modificato il campo della meteorologia: il problema dei cambiamenti climatici è passato ad un livello geopolitico. Le domande che vengono poste alla comunità scientifica sono aumentate e il nostro ruolo è cambiato anche sul fronte delle previsioni che sono diventate stagionali. Abbiamo dovuto fondere la parte climatica con quella meteorologica. Il nucleo centrale di questo lavoro è a Bologna”, continua, “qui ricercatori, fisici, economisti, agronomi etc.. lavorano insieme per integrarsi con un vocabolario comune perché abbiamo capito che a cuore di tutto vi è l’interdisciplinarietà”.

E il rappresentante del Tavolo regionale per l’imprenditoria Piero Peri, si dichiara a favore della proposta di una fondazione che raggruppi queste eccellenze di ricerca. “Bologna diventerà il punto di riferimento a livello europeo del supercalcolo, un ulteriore centro di attrazione e visibilità nel campo dell’economia e ricerca”.

D’accordo anche il direttore di Confindustria Emilia-Romagna Luca Rossi: “Ci troviamo di fronte a un grandissimo investimento globale di ricerca e competenze”, interviene. “Ora la sfida che abbiamo davanti è quella di coinvolgere tutto il territorio in modo che non resti solo un nodo di eccellenza che non ha nulla a che fare con il luogo in cui si è insidiato, ma che diventi un centro fruibile per tutti dove sviluppare nuovi talenti e competenze”.

Anche il prorettore dell’Alma Mater di Bologna Antonino Rotolo raccoglie la sfida della fondazione. “Un tipo di di ecosistema che possa impattare come questo richiede un coordinamento forte. Noi come università riteniamo utile fare massa critica in maniera coordinata. E’ nell’interesse del paese che tutti i soggetti coinvolti lavorino insieme: la competizione si vince facendo sistema solo in questo modo”, spiega. “La fondazione è un modo efficace per aumentare lo sforzo dei singoli stakeholders e fare in modo che l’impatto sia davvero efficace”.

(Francesca Mezzadri)

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