Ambiente e territorio

Caccia Bologna. Fdi: “Regione intervenga per squadre area Appennino, ruolo centrale su fauna selvatica”

“L’alto numero cinghiali in quella zona rende necessario prelievo selettivo” così come previsto dal Piano faunistico, replica l’assessore regionale

La Regione dovrebbe intervenire per appianare le controversie sorte tra le squadre di caccia nell’Alto Appennino bolognese e i soggetti del territorio. Lo chiede un consigliere di Fratelli d’Italia in question time facendo riferimento alle disposizioni del nuovo Piano faunistico venatorio che, secondo queste squadre di caccia, “relegherebbero in secondo piano l’importante attività da loro svolta” di contrasto ai problemi causati dalla fauna selvatica, prevenzione, controllo e sicurezza della strada e del territorio.

Il nuovo Piano prevede infatti anche “il prelievo selettivo per mantenere su livelli accettabili i danni causati dai cinghiali” nell’area dell’Alto Appennino, attività che confliggerebbe con  il “ruolo centrale” svolto dalle squadre di caccia dell’area. Dodici squadre hanno infatti contestato duramente queste disposizioni annunciando di “non voler più svolgere alcun tipo di funzione da loro assegnata all’interno dell’Atc”, come spiega il consigliere.

“Nessuno disconosce il ruolo delle squadre di caccia”, è la risposta dell’assessore regionale alla caccia, “ma l’area dell’Alto Appennino è quella dove storicamente avviene il maggior numero di danni. Ogni anno vengono abbattuti mediamente 7.500 cinghiali sui 28.000 complessivi in ambito regionale; questo dato evidenzia che la popolazione riproduttiva presente, nonostante il numero particolarmente significativo di capi abbattuti, rimane comunque eccessiva; è quindi evidente che le squadre assegnate storicamente a questi territori non sono riuscite a ridimensionarne l’impatto né tantomeno il numero. Appare dunque necessario intervenire con il prelievo selettivo”. L’assessore fa dunque leva sul senso di responsabilità del mondo venatorio e sulle sue funzioni da operatore ecosistemico, invitando a “riallacciare i rapporti di collaborazione con le istituzioni e gli agricoltori del territorio”, continuando a svolgere le attività di caccia nelle aree montane. 

Ma la soluzione del “prelievo selettivo” secondo il consigliere “potrebbe creare dei problemi. Quello che suggerirei alla Regione”, continua, “è di intervenire per fare in modo che si trovi un equilibrio tra squadre e soggetti coinvolti”.

(Francesca Mezzadri)

 

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