Imprese lavoro e turismo

Turismo. Stop al pdl di Forza Italia che puntava a regolamentare gli appartamenti a uso turistico

La commissione Politiche economiche respinge la proposta normativa con i voti contrari di Pd e Si. Astenuto M5s, favorevole invece la Lega

Respinto dalla commissione Politiche economiche il progetto di legge, presentato da Forza Italia, che puntava a regolamentare, modificando la precedente norma risalente al 2004, una particolare fetta di attività ricettive: gli appartamenti ammobiliati a uso turistico. A sostenere il progetto di legge, i soli voti della Lega nord mentre diverse sono state le scelte di Partito democratico Sinistra italiana, che hanno bocciato la proposta, e del Movimento 5 stelle, che si è invece astenuto.

Il pdl puntava a disciplinare gli appartamenti ad uso turistico definendoli “unità immobiliari di civile abitazione date in affitto ai turisti da proprietari o usufruttuari per un periodo non superiore a sei mesi consecutivi”. Tra le novità c’era anche l’equiparazione di questi appartamenti alle strutture ricettive per quanto concerne l’applicazione dell’imposta di soggiorno. Per quanto riguarda, invece, l’applicazione della Tari, venivano classificati come utenze domestiche nell’ottica di non gravare eccessivamente, dal punto di vista fiscale, sui proprietari e gli affittuari. Infine il pdl prevedeva condizioni minime da assicurare per ospitare turisti all’interno di tali appartamenti e la facoltà di poter pubblicizzare queste strutture sulle piattaforme on line pubbliche e private.

“Questa proposta andava a colmare un vuoto normativo- ha sottolineato il relatore del progetto di legge- cercando di mettere, al contrario di quella che è l’interpretazione della maggioranza, dei paletti e regolamentare una situazione attuale che di fatto oggi è già realtà. Aver respinto questo pdl è un’opportunità persa”.

Diversa la lettura dei democratici: “Anche se comprendiamo lo sforzo per dare un’inquadramento normativo a queste nuove forme di ricettività riteniamo che questo pdl dia troppe possibilità a un’attività che imprenditoriale non è. Questo progetto di legge lascia le maglie troppo larghe. Serve invece una regolamentazione per evitare la concorrenza sleale”.

(Andrea Perini)

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