La crisi delle due aziende del riminese, Rovereta e Petroltecnica, è al centro di un’interrogazione di Giorgio Pruccoli e Nadia Rossi (Partito democratico). La chiusura di queste due “eccellenze nazionali nel campo dei servizi ambientali e della tutela dell’ambiente” porterebbe alla “perdita di 300 posti di lavoro”. Secondo i consiglieri “fermi restando i provvedimenti emanati dalla Procura di Rimini, ad oggi molti degli elementi ostativi alla ripresa delle attività aziendali sembrerebbero provenire solo ed esclusivamente da provvedimenti amministrativi del Comune di Coriano”. Il Comune, scrivono i dem, “il 12 marzo scorso avrebbe infatti comunicato l’avvio di un procedimento per non conformità edilizia ed assenza di agibilità dei locali, quando i fabbricati sono oggetto di pratiche di condono non perfezionate dal Comune stesso”.
Non solo, durante un tavolo di crisi, ad aprile, con Comune, Regione, Provincia, Ispettorato del lavoro e Confindustria, il presidente della Provincia di Rimini avrebbe dato “immediata disponibilità della struttura tecnica della provincia stessa a supportare l’amministrazione comunale per velocizzare i tempi necessari al disbrigo delle pratiche amministrative”, ma il Comune avrebbe in seguito bloccato il procedimento per una “serie di difficoltà tecniche”. Nessun segno sarebbe arrivato dal Comune neanche dopo il documento inviato dal comitato “Amici di Cerasolo Ausa” per sollecitare l’impegno promesso riguardo l’agibilità degli immobili.
“L’inspiegabile sequela di vicende”, scrivono i dem, “si è conclusa con il tavolo prefettizio di maggio scorso dove le parti hanno concordato un percorso comune; l’azienda si è impegnata a presentare un progetto di ripristino e di adeguamento alle destinazioni d’uso delle varie parti degli immobili, e il Comune a risolvere il problema della mancanza di agibilità/usabilità delle parti degli stabili”.
I dem propongono quindi alla Regione di “accompagnare, con un tavolo tecnico-istituzionale che coinvolga anche la Provincia di Rimini, l’evoluzione di questa vicenda insieme a quanto già sta facendo il tavolo prefettizio da tempo avviato, affinché tutti i soggetti coinvolti procedano verso lo stesso obiettivo consentendo immediatamente alle società di continuare l’attività e salvare i posti di lavoro che garantiscono presente e futuro ad oltre 300 famiglie”.
(Francesca Mezzadri)