“Si regista un ritorno al sovraffollamento nelle carceri dell’Emilia-Romagna”. La denuncia arriva dal Garante regionale delle persone private della libertà personale, Marcello Marighelli, che in mattinata ha presentato in Commissione per la parità e per i diritti delle persone, presieduta da Roberta Mori, la relazione sull’attività della sua struttura nel 2018.
Sono infatti, ha spiegato Marighelli, “3.631 i detenuti nelle strutture carcerarie della regione, mentre la capienza è di soli 2.795 posti (dati al 31 maggio 2019)”. I detenuti in più sono 836, il tasso percentuale di eccesso è del 30%. Le donne sono 148, gli stranieri 1.881, circa la metà dunque, e i detenuti in semilibertà 72.
Il Garante ha poi sollevato il problema della presenza in carcere di donne con figli al seguito o in gravidanza, rilevando che in Emilia-Romagna non esistono strutture in grado di prendersi in carico questi casi: “La presenza di bambini in carcere non è accettabile, occorre un intervento risolutivo, questa regione si deve dotare di una struttura adeguata”. Marighelli ha poi riferito di avere informato la magistratura su due casi limite nel carcere di Modena.
Il Garante ha poi spiegato che sono state avviate nel 2018 verifiche nei centri di accoglienza per stranieri e nelle strutture sanitarie della regione e in quelle residenziali rivolte a persone anziane. Avviati anche diversi progetti collegati al benessere organizzativo del personale della polizia penitenziaria e alla formazione dei volontari all’interno del carcere. C’è anche l’impegno dell’organo di garanzia per rendere operativi gli accordi con Anci e Anusca.
La consigliera Silvia Prodi (Misto-Mdp), sul tema delle donne con figli al seguito, ha confermato che “verrà accolto l’appello del Garante” a ricercare soluzioni sul problema. È poi intervenuta sulla situazione del Hub di via Mattei, ribadendo l’impegno a intervenire per “garantire a queste persone un trattamento dignitoso”.
Sulla stessa linea, sul tema detenute con bambini, anche Francesca Marchetti (Pd), che ha proposto “un’azione concordata con gli organi di garanzia”. La consigliera ha poi sollevato il tema del ruolo delle residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza.
Antonio Mumolo (Pd) ha invece posto l’accento sull’importanza del lavoro per i detenuti, anche dopo la detenzione, rimarcando l’importanza del ruolo di Anci e Anusca, oltre che degli istituti di Patronato attivi in carcere.
(Cristian Casali)