Continua l’esame in commissione Ambiente, territorio e mobilità, presieduta da Manuela Rontini, del Piano dei trasporti integrato 2025 (Prit). Dopo trasporto ferroviario, trasporto pubblico locale e mobilità sostenibile, questa volta la Commissione ha trattato i capitoli riguardanti la logistica, il trasporto merci e i porti. Nella stessa seduta, poco prima d’inizio della discussione sul Prit, è stato approvato, con i voti favorevoli di Pd e Silvia Prodi (Misto) e l’astensione della Ln, anche l’addendum, per gli anni 2019-2020, all’atto di indirizzo triennale 2016-2018 in materia di programmazione e amministrazione del trasporto pubblico regionale.
La logistica. Il Prit si pone come obiettivo al 2025 un incremento del 30% del trasporto merci ferroviario, raggiungendo le 25 mila tonnellate l’anno. Fa propri gli obiettivi del Piano aria integrato regionale (Pair2020) che tra le azioni per il miglioramento della qualità dell’aria prevede lo sviluppo dell’intermodalità per il trasporto merci a lungo raggio, ovvero l’incentivazione al trasferimento del trasporto merci dai camion ai treni. Il Prit, per perseguire questo obiettivo, punta a costruire un incentivo regionale, che si affiancherà a quello nazionale ‘Ferrobonus’, per chi sceglie il treno rispetto ai tir, e al potenziamento della ‘piattaforma logistica regionale’, sviluppando i nodi di connessione, rafforzando i collegamenti con i porti, migliorando i collegamenti di ultimo miglio e diminuendo i costi e i tempi di manovra.
Il trasporto merci su ferro. Sono previste opere di adeguamento infrastrutturale della rete ferroviaria, tra cui la realizzazione della bretella di collegamento Dinazzano-Marzaglia, che consentirà l’alleggerimento della Reggio Emilia-Sassuolo. Per questa linea sono previsti anche interventi per l’adeguamento di portata e velocità, l’aumento delle corse e l’elettrificazione. Prevista l’elettrificazione anche della linea Granarolo Faentino-Lugo-Lavezzola, il quadruplicamento della tratta Bologna Bivio S. Vitale-Castel Bolognese (tratta Bologna Bivio S. Vitale-Mirandola–Ozzano) e il completamento del raddoppio della ferrovia pontremolese.
Per quanto riguarda i nodi di scambio, invece, il Piano punta alla risoluzione delle interferenze tra traffico ferroviario e stradale nel nodo di Ravenna, con la realizzazione di sotto e sovrappassi stradali e altri interventi tecnologici e infrastrutturali per velocizzare la terminalizzazione dei treni, con riduzione dei costi di manovra. Previsti anche: l’adeguamento e il potenziamento dello scalo Candiano a Ravenna, il potenziamento dello scalo arrivi e partenze nella Dorsale destra del Canale Candiano, l’utilizzo di entrambi gli scali e le dorsali per lo smistamento (compreso quello tradizionale) di tutto il traffico attualmente effettuato nello scalo merci di stazione, con eventuale realizzazione di bretelle di collegamento diretto con le linee ferroviarie principali (per eliminare il passaggio dalla stazione centrale); il completamento della nuova bretella di collegamento diretto fra le linee Ferrara-Ravenna-Codigoro e Ferrara-Poggio Rusco; la realizzazione della nuova bretella a semplice binario elettrificato, di connessione tra le linee Faenza-Granarolo Faentino e Faenza-Rimini (Adriatica), che eviti l’inversione del senso di marcia a Faenza; la realizzazione della nuova bretella, a semplice binario elettrificato, di connessione tra le linee Fidenza-Fornovo e Fidenza-Bologna, che eviti l’inversione del senso di marcia a Fidenza; il completamento dei lavori previsti per la completa funzionalità dello scalo merci di Villa Selva; la realizzazione e l’allacciamento del nuovo scalo e di nuovi raccordi a Piacenza Le Mose e, infine, la realizzazione nuovo scalo delocalizzato di Faenza (su iniziativa privata).
Ancora: il completamento e il potenziamento degli scali principali della rete Rfi e Fer, spingendo su quelle opere necessarie all’adeguamento ai corridoi europei Ten-T. Il Prit inoltre punta a promuovere l’attivazione di un tavolo strategico con i nodi intermodali regionali, l’innovazione tecnologica e organizzativa e politiche che integrino le aree industriali con i nodi della piattaforma logistica.
Trasporto merci su strada. Per quanto riguarda il trasporto merci su strada le aree di intervento riguardano soprattutto l’approfondimento della conoscenza dei fenomeni in atto: quindi monitoraggio, indagini quantitative e uno studio di impatto sul traffico con la localizzazione delle aziende di e-commerce a ridosso delle grandi arterie stradali.
Infine, per la logistica urbana sono confermate le iniziative avviate come l’armonizzazione delle regole di accesso ai centri, la realizzazione di uno sportello unico, o un portale web, per uniformare l’accesso ai sistemi locali, e il miglioramento del parco veicolare.
I porti. L’obiettivo per il porto di Ravenna, al completamento dei lavori di approfondimento dei fondali e realizzazione del terminal container, è il raggiungimento della movimentazione di 500.000 TEUs (è la misura standard di volume nel trasporto dei container, ndr), e l’aumento almeno fino al 15% della quota percentuale di merci movimentate su ferrovia, in entrata e in uscita, rispetto al traffico complessivo marittimo del porto (attualmente è il 12,9%). Il Prit prevede anche di migliorare l’intermodalità nave-treno, l’integrazione delle attività di autotrasporto e il consolidamento dei servizi di linea lungo le autostrade del mare.
Confermato come il principale porto e nodo logistico della regione, lo scalo di Ravenna vedrà diversi interventi: la realizzazione del terminal container e delle nuove banchine nella penisola Trattaroli, l’abbassamento dei fondali e nuovi punti di rifornimento.
Sistema idroviario Padano-Veneto. Il piano identifica come interventi prioritari quelli necessari alla rimozione delle strozzature e quelli finalizzati a dare continuità allo standard di navigazione (classe V) del sistema. Per questo il Prit prevede la definizione di un progetto per garantire la navigabilità 11 mesi l’anno con opere stimate per 600 milioni. Per quanto riguarda l’idrovia ferrarese, il Piano fissa come necessità quella di garantire il transito delle imbarcazioni (classe V) , anche se con limitazione all’altezza, e lo sviluppo della vocazione turistica. Indispensabile – si legge nel documento – promuovere la completa operatività delle infrastrutture esistenti (come, ad esempio, la banchina di Boretto).
Verso l’Aula, il cronoprogramma. Il documento dovrebbe approdare in Aula il 9 luglio. Tutto il mese di giungo verrà dedicato alla sua analisi in Commissione: la prossima seduta, il 20 giugno, che si preannuncia “calda”, sarà dedicata alle infrastrutture stradali e alla pianificazione, mentre il il 27 giugno toccherà agli aeroporti e al piano risorse. Seduta “bonus” il 4 luglio, per gli ultimi confronti prima dell’arrivo in Assemblea legislativa. Già trattati, lo scorso 30 maggio, i capitoli del Piano che riguardano il trasporto ferroviario, quello pubblico locale e la mobilità sostenibile.
Che cosa è il Prit. Il Piano regionale integrato dei trasporti (Prit) è il principale strumento di pianificazione della mobilità, di persone e merci, della regione. Definisce e sviluppa gli obiettivi strategici, descrive il sistema di azioni previsto per il loro perseguimento, le risorse teoricamente necessarie e il sistema di monitoraggio e gestione per verificare il suo stato attuazione. Nasce a 20 anni dal precedente, datato 1998 e creato in un contesto socio-economico del tutto diverso dall’attuale.
“Per assicurare il soddisfacimento dei bisogni di mobilità- si legge nel documento- non si deve puntare a ‘muovere i veicoli’, ma piuttosto a garantire e definire corretti livelli di accessibilità alle merci e alle persone, in una logica che riduca la necessità di spostamenti, li ottimizzi e li indirizzi verso modalità più sostenibili, agendo sul piano dei comportamenti”.
(Andrea Perini)