Sanità e welfare

Inchiesta Val D’Enza, Fdi chiede di eventuali fondi regionali a onlus torinese e “Regione sia parte civile”

Tagliaferri, Facci e Callori chiedono se erano già arrivate segnalazioni alle strutture sanitarie

Il gruppo Fdi: da sx Tagliaferri, Callori e Facci

La Regione faccia chiarezza sulla onlus torinese coinvolta nell’inchiesta sui servizi sociali della Val D’Enza (Reggio Emilia), metta in campo un sistema di controlli e valuti di costituirsi parte civile dal momento che “la vicenda comporterà certamente anche eventuali risarcimenti per le vittime, le famiglie e i minori”. Lo chiedono i consiglieri regionali Giancarlo Tagliaferri, Michele Facci e Fabio Callori di Fratelli d’Italia, che interrogano la giunta anche per sapere se alla onlus in questione siano stati stanziati a livello regionale contributi, sia a livello di consulenze che per convenzioni con associazioni private partecipi della vicenda.

“Fermo restando la presunzione di non colpevolezza in questa fase d’indagine anche per il sindaco del Partito Democratico, la giunta è a conoscenza delle gravissime accuse mosse nell’indagine in corso? Ha idea di come sia possibile che una tale organizzazione malavitosa si sia potuta generare in una rete di servizi sociali della nostra regione senza che alcuna segnalazione sia giunta dalle strutture sanitarie e assistenziali coinvolte?”. L’interrogazione viene presentata in Regione dopo la notizia dell’arresto del sindaco di Bibbiano insieme ad altre 18 persone tra cui medici, assistenti sociali, liberi professionisti del Comune di Reggio Emilia e della rete dei servizi sociali della Val D’Enza, indagati per un giro d’affari di centinaia di migliaia di euro con false relazioni dei servizi per allontanare bambini dalle famiglie e collocarli in affido retribuito da amici e conoscenti. I reati contestati sarebbero frode processuale, depistaggio, abuso d’ufficio e maltrattamento su minori.

(Giulia Paltrinieri)

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