Ambiente e territorio

ACQUA. APPROVATA RISOLUZIONE PD: “SU SCELTA GESTIONE PIENA AUTONOMIA A COMUNITÀ LOCALI”. BOCCIATO DOCUMENTO SEL-ALTRAER-M5S SU RIPUBBLICIZZAZIONE SERVIZIO IDRICO A REGGIO EMILIA

Calvano (Pd): “Il referendum del 2011 ha riaperto la possibilità della gestione pubblica, ma servono forti investimenti per garantire l’alta qualità del servizio a costi accessibili e la sua universalità”. Taruffi (Sel): “Togliere l’acqua dalle logiche di mercato”. Sassi (M5s): “Poco coraggio dal Pd”. Alleva (AltraER): “Incertezze nel documento Pd”. Tre consiglieri Pd ritirano la firma dalla risoluzione poi respinta

Con 26 voti a favore (Pd), 15 astenuti (M5s, Ln, Sel e AltraER) e 3 contrari (Ln, Fi, Fdi-An), l’Assemblea legislativa regionale ha approvato una risoluzione presentata durante la seduta di oggi da venti consiglieri del Gruppo Pd, primo firmatario Paolo Calvano,  che impegna la Giunta a operare “affinché i potenziali ostacoli al processo di ripubblicizzazione del servizio idrico attraverso l’in house providing vengano rimossi, sia sul piano regolatorio che su quello normativo”. La “scelta gestionale spetta a chi rappresenta le comunità locali, a cui va garantita la piena autonomia nell’individuazione del modello più confacente alle singole realtà”. Si chiede, inoltre, all’Agenzia territoriale per i servizi idrici e rifiuti (Atersir) “di redarre uno studio sull’applicazione delle normative finanziarie sulle aziende pubbliche che gestiscono i servizi pubblici locali, approfondendo gli aspetti relativi all’efficacia e all’efficienza dei diversi modelli di gestione”. Infine, si chiede “al Parlamento di accelerare la discussione in materia, per arrivare ad una nuova coerente e completa legislazione nazionale”.

Sul medesimo argomento, l’Aula ha respinto un altro documento, depositato dai consiglieri Igor Taruffi e Yuri Torri (Sel), Piergiovanni Alleva (AltraER), Gian Luca Sassi (M5s): in questo caso, 16 voti a favore (Sel, M5s, AltraER, Ln), 25 contrari (Pd, Fi, Fdi-An) e 3 astenuti, cioè i consiglieri del PdValentina Ravaioli, Silvia Prodi e Antonio Mumolo – che in precedenza avevano ritirato la firma dal documento. Il testo esprimeva pieno sostegno al tentativo di ripubblicizzazione del servizio idrico in corso a Reggio Emilia.

Motivando la presentazione del documento Pd e l’opposizione all’altro, Calvano (Pd) ha detto che “il referendum del 2011 ha riaperto la possibilità della gestione pubblica del servizio idrico, ma servono forti investimenti per garantire l’alta qualità del servizio a costi accessibili e la sua universalità. I territori sono nella condizione di scegliere la migliore soluzione fra le tre possibili forme di gestione: affidamento a società in house appositamente costituita o già esistente nell’ambito di riferimento, affidamento mediante gara a doppio oggetto, affidamento mediante gara ad evidenza pubblica. In ogni caso- ha sottolineato- va posta grande attenzione alla fattibilità economico-finanziaria della soluzione adottata”.

A sostegno del documento di cui è primo firmatario e pur riconoscendo passaggi positivi in quello del Pd, è intervenuto Taruffi (Sel), che ha innanzitutto richiamato l’esito del referendum del 2011 e il pronunciamento del Consiglio comunale di Reggio Emilia, che nel 2013 ha manifestato la volontà di riportare la gestione del servizio idrico in mano pubblica. Ha aggiunto che “l’acqua deve essere sottratta alle logiche di mercato, perché l’acceso all’acqua fa parte dei diritti inalienabili dell’uomo”. Il documento bocciato dall’Aula impegnava la Giunta regionale a sostenere il percorso di ripubblicizzazione in atto nel territorio di Reggio Emilia, “e a promuovere un ampio dibattito sul futuro delle politiche del servizio idrico nella regione, coinvolgendo cittadini, organizzazioni e movimenti sociali”. Alla Giunta si chiedeva, inoltre, “di attivarsi nei confronti del Parlamento, per accelerare la discussione sulla proposta di legge presentata dall’intergruppo dei parlamentari per l’acqua pubblica finalizzata ad arrivare ad una nuova legislazione nazionale finalizzata esplicitamente alla ripubblicizzazione del servizio idrico”.

Per Gabriele Delmonte (Ln) si sta assistendo “alla schizofrenia del Pd, reggiano ed emiliano-romagnolo, che dal 2013 in poi ha manifestato ripetuti capovolgimenti di posizione, e in sede di Assemblea legislativa oggi ha visto il dietrofront di tre consiglieri, convinti a smentire se stessi attraverso un documento che si limita a lasciare ogni decisione ad altre sedi”. “È evidente- ha proseguito- che una parte del Pd è contraria alla ripubblicizzazione, ma ciò non viene esplicitato per paura di dover rendere conto ai loro stessi elettori”. A suo tempo, “la Lega aveva espresso dubbi sulla sostenibilità finanziaria della ripubblicizzazione, paventando fosse svantaggiosa per gli Enti locali, ma di fronte al chiaro esito del referendum, sta venendo a mancare la volontà politica di farlo rispettare”.

Gian Luca Sassi (M5s) ha espresso la “sua delusione per la mancanza di coraggio politico che segna la risoluzione del Pd presentata oggi”. A suo parere, “a Reggio Emilia è già stata dimostrata la fattibilità del percorso e la sostenibilità economica della ripubblicizzazione del servizio idrico. Ma i Sindaci sono stati richiamati all’ordine dal loro stesso partito, prendendo in giro gli elettori che si sono espressi nel referendum”.

Con una lunga citazione dell’ex sindaco di Piacenza, Giacomo Vaciago, Tommaso Foti (Fdi-An) ha motivato la sua contrarietà ai due documenti, ricordando che “l’acqua è un bene di utilizzo privato”.

Rinnovando il sostegno all’atto di cui è firmatario, Alleva (AltraER) ha anticipato l’astensione su quello del Pd, definito come “un insieme di incertezze e perplessità, con cento sfumature di grigio”.

(rg)

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