Parere favorevole, a maggioranza, nella commissione Territorio e Ambiente presieduta da Paolo Burani, al progetto di legge sugli affitti brevi, che ora passa alla discussione e al voto dell’Assemblea legislativa.
Nel corso della seduta sono stati votati 67 emendamenti, per poi passare al voto dei vari articoli. Promossi quelli migliorativi presentati dalle forze di maggioranza, respinti quelli della minoranza (ad eccezione di tre emendamenti della Lega di natura formale e di uno di FdI che era stato presentato in formulazione identica anche dalla maggioranza).
Fra le novità introdotte con gli emendamenti, vi è la riscrittura dell’articolo 13, al fine di evitare interpretazioni in senso retroattivo. In particolare, il “nuovo” articolo 13 stabilisce che la disciplina urbanistica introdotta dai Comuni si applichi agli immobili destinati ad affitto breve in data successiva alla sua adozione, oppure agli immobili che effettuino interventi di manutenzione straordinaria.
Il testo della legge sugli affitti brevi, infatti, composto da 4 titoli e 14 articoli, prevede l’introduzione di una nuova destinazione d’uso urbanistica, denominata “locazione breve”: tutte le unità immobiliari utilizzate per affitti brevi dovranno quindi adeguarsi alla nuova classificazione urbanistica. Spetterà ai Comuni il compito di definire, nei propri strumenti di pianificazione, in quali ambiti del territorio l’attività sarà consentita oppure subordinata a determinate condizioni.
La discussione sugli emendamenti
Nel presentare il pacchetto di emendamenti della maggioranza, la relatrice Simona Larghetti (Avs) ha posto particolare attenzione alla riscrittura dell’Articolo 13 sulle disposizioni transitorie, chiarendo uno dei punti più discussi del provvedimento. “Lo spirito della legge è quello di introdurre un equilibrio nel fenomeno degli affitti brevi, soprattutto nelle aree più sensibili della nostra regione. Per questo – ha spiegato la relatrice – abbiamo accolto le osservazioni pervenute dagli stakeholder durante l’udienza conoscitiva e specifichiamo in modo inequivocabile che i Comuni potranno richiedere un adeguamento dei requisiti aggiuntivi alle strutture già operative esclusivamente nel caso di interventi straordinari che richiedano un titolo edilizio, come ampliamenti o modifiche di volume”. Larghetti ha quindi sottolineato che non vi è retroattività nella limitazione, come accade per ogni norma urbanistica: “Chi già svolge l’attività prima dell’adozione della legge non viene limitato nell’esercizio, il nostro proposito è di regolare sul medio e lungo periodo le percentuali di immobili per dare maggiore equilibrio ai centri storici. Il pacchetto di chiarimenti che proponiamo offre una cornice certa, sia ai Comuni che sceglieranno di utilizzare lo strumento pianificatorio, sia alle amministrazioni che non lo faranno”. Rispondendo agli emendamenti della minoranza, la relatrice ha osservato: “Molte proposte insistono sugli stessi articoli che abbiamo già affrontato e riformulato nella maggioranza. Parliamo quindi di un lavoro parallelo che, nel complesso, conferma la preferenza per gli emendamenti della maggioranza, più coerenti e organici con l’impianto complessivo della legge. Su alcuni aspetti formali possiamo anche convenire, ma diverse proposte risultano sinceramente incomprensibili”.
Francesco Sassone (FdI), relatore di minoranza, rimarca: “Siamo contrari a questa legge nel metodo e nel merito. Tuttavia, abbiamo ritenuto opportuno presentare alcuni emendamenti, finalizzati a limitarne gli effetti negativi. Abbiamo proposto il raddoppio delle sanzioni anche come effetto deterrente, perché chi non rispetta le norme deve essere chiamato a pagarne le conseguenze”. Sassone cita anche l’emendamento di FdI volto a escludere, dall’applicazione della norma, gli affitti brevi rivolti esclusivamente ai malati che vengono da fuori regione e ai loro familiari. Critico, infine, Sassone sull’articolo 13. “Abbiamo proposto la sua totale abrogazione – spiega -. Ma crediamo che anche la nuova riformulazione non vada a sciogliere i nodi, soprattutto in relazione all’introduzione di nuovi requisiti per gli immobili da parte dei Comuni. Così come siamo convinti che l’articolo 5 colpisca la libertà del proprietario di utilizzare un proprio immobile”.
Giovanni Gordini (Civici con de Pascale) si sofferma sul riferimento alle norme statali ed europee introdotte attraverso alcuni emendamenti. “Non meno importante – afferma Gordini – il passaggio che abbiamo inserito sul turismo sostenibile”.
Marta Evangelisti (FdI) illustra i propri emendamenti: “Abbiamo proposto che i Comuni redigano annualmente un’informativa alla Regione sulle funzioni di vigilanza loro assegnate – spiega -, chiedendo che tale relazione sia poi trasmessa ai componenti dell’Assemblea. Inoltre, proponiamo che la Regione svolga a sua volta attività di vigilanza e controllo per verificare l’efficacia della legge”.
Francesca Lucchi (Pd) ha precisato che “gli emendamenti dei dem hanno un filo conduttore: esplicitare meglio alcuni temi e provare a rendere più lineare il testo di legge. Si chiarisce, ad esempio, che la modifica di destinazione d’uso è urbanistica e non catastale. Puntiamo, inoltre, a spiegare meglio quali sono i requisiti che devono avere gli immobili destinati alla locazione breve anche se i Comuni decidessero di non aderire alla regolamentazione in materia. Chiediamo di non caricare i Comuni di ulteriori oneri per la gestione degli affitti brevi presenti nel territorio comunale. Specifichiamo che le norme urbanistiche non sono retroattive, lo sono se si verifica una manutenzione straordinaria e in tal caso viene precisato che i Comuni possono richiedere un adeguamento dei requisiti specifici”.
Elena Ugolini (Rete Civica) ha chiesto invece di mettersi più compiutamente dalla parte dei cittadini. “Posto che come Regione non avrei fatto come prima proposta di legge sulla casa un provvedimento su questo settore che non è certo responsabile della carenza di alloggi, credo sia di fondamentale importanza esplicitare ancora meglio la non retroattività della legge anche nel caso di miglioramenti che potrebbero prevedere nuovi titoli edilizi. Sarebbe poi meglio esplicitare in maniera ancora più puntuale che nel caso di compravendita dell’immobile che già ora è nel mercato degli affitti brevi non si perde la possibilità di esercitare l’attività.
(Brigida Miranda, Lucia Paci, Luca Boccaletti)



