Approvazione in Aula della proposta d’iniziativa della Giunta sulle linee guida per la trasformazione digitale della regione contenute nell'”Agenda digitale dell’Emilia-Romagna (Ader) 2020-2025: Data Valley Bene Comune” con 37 voti favorevoli e 4 astenuti.
“Una strategia trasversale che mette insieme tutte le deleghe e tutti gli assessorati, un lavoro condiviso- assicura l’assessore regionale all’Agenda digitale, Paola Salomoni, – che raccoglie otto sfide per una crescita più sostenibile con maggior occupazione, democrazia, uguaglianza, etica, giustizia e inclusione. Abbiamo tratto spunto- continua- dall’idea di Data Valley, luogo delle tecnologie più innovative, come un punto d’arrivo. L’Emilia-Romagna deve quindi trasformarsi in una unica ma diffusa Data Valley in cui infrastrutture, piattaforme, tecnologie, competenze, dati e applicazioni siano nella disponibilità di tutti. Un bene comune elemento distintivo e caratterizzante del territorio”. Per farlo è necessario “fare tesoro dello scatto che la trasformazione digitale ha avuto durante questi mesi di pandemia”, senza dimenticarsi che la digitalizzazione va sostenuta affinché “diventi anche strumento di equità, democratico e inclusivo e non un fattore di ulteriore isolamento”.
L’attuazione della Data Valley Bene Comune, spiega Salomoni, oltre a essere ricompresa all’interno del Patto per il lavoro e per il clima, passa attraverso la definizione di sfide di cambiamento per il territorio, associabili agli obiettivi di sviluppo inclusi nell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile. Otto sfide che sono: l’attuazione di una data strategy, il rafforzamento delle competenze digitali, la trasformazione digitale della pubblica amministrazione, dei settori produttivi e dei servizi, servizi pubblici più centrati sull’utente, più reti e più rete per tutta la Regione con il piano banda ultra larga, la formazione di comunità digitali come leva per ridurre la marginalità e, infine, la promozione della parità di genere.
“Per quanto riguarda il finanziamento- conclude Salomoni-, gran parte delle risorse sono già stanziate nei bilanci dei prossimi anni. In alcuni ambiti siamo ancora in attesa di finanziamento, ma la Giunta è ottimista di fronte al piano nazionale che prevede la copertura del 20 per cento di azioni sul digitale. L’Emilia-Romagna è pronta a partire”.
Per Giuseppe Paruolo (Pd) si tratta di “uno strumento importante non assimilabile ad altri passaggi formali votati da quest’Aula”. Il consigliere dem loda poi tre delle sfide dell’Agenda: quella dei dati (soprattutto la raccolta e l’utilizzo pubblico), le competenze che devono essere promosse e diffuse e l’approccio cooperativo tra pubblica amministrazione e settore privato. “Un processo che dovrà essere sostenuto e monitorato per rimuovere le ruggini e le difficoltà che si potranno presentare. La rivoluzione digitale non significa arricchimento di dinamiche produttive preesistenti, bensì la definizione di processi completamente nuovi”.
Secondo Marco Lisei (Fratelli d’Italia) “il documento è importante e fissa obiettivi e strategie. La programmazione va bene, ma alle parole vanno fatte seguire le risorse”. Per il consigliere “il progetto è poco calato nella realtà perché nato prima della pandemia. Oggi si sta di più in casa e si usa molto lo smart working”. Ma, alcune zone, soprattutto in montagna, hanno ancora difficoltà “di accesso alla rete e di estensione della fibra”. Infine, oltre a corsi per gli anziani, Lisei chiede di chiarire il ruolo della Società che svilupperà Ader: “Qual è l’operatività della società in Regione, quanti finanziamenti, come e dove li spende?. Quale ruolo ha la Regione nell’equilibrio tra il pubblico e il privato?”.
Per la consigliera Stefania Bondavalli (Lista Bonaccini) l’Agenda rappresenta la dimensione strategica del mandato di questa Giunta e delle forze che compongono la maggioranza. “Particolarmente importante è la transizione che si vuole compiere attraverso il mix di diffusione di tecnologie e competenze per arrivare a un bene comune, condiviso e diffuso”. Per Bondavalli i tre pilastri dell’Agenda (infrastrutturazione, diritto di accesso e competenze) si traducono operativamente in una decisa trasformazione digitale della PA e, contestualmente, “dei processi produttivi nel settore privato, che, se ben accompagnati, possono determinare nuovi modelli di business”.
Per Luca Sabattini (Pd) “da anni la Regione segue obiettivi digitali, nel pubblico e nel privato. E’ urgente l’estensione delle infrastrutture digitali e la conoscenza degli strumenti. La nostra regione può competere con i Paesi europei, ma non l’Italia con i Paesi extraeuropei. L’Italia sconta il gap digitale anche in Europa. E’ un innovatore moderato, dobbiamo andare più veloci, anche utilizzando i fondi Ue per assottigliare il gap. L’Emilia-Romagna, con la sua Data Valley, ha le carte in regola per trainare il Paese”. La pandemia, secondo Sabattini, “ha allargato le diseguaglianze, che andranno colmate con la formazione, tra chi ha accesso al digitale e chi no”. La sfida, ha concluso, “è disegnare un futuro per i nostri territori”.
La consigliera dem Roberta Mori ha incentrato il suo intervento su quanto l’agenda digitale possa contribuire fattivamente ad abbattere il gap tra generi per promuovere una reale e concreta parità. “La trasformazione digitale- specifica Mori- così come è stata accelerata dalla pandemia, richiede un bilanciamento accurato tra intelligenza artificiale e umanesimo digitale”. Per la consigliera, la lotta alle diseguaglianze “deve passare soprattutto nell’ambito digitale. E proprio la parità di genere può essere un indicatore molto importante della qualità del piano nella sua completezza”.
Igor Taruffi (Emilia-Romagna Coraggiosa) ha posto l’accento sulla copertura delle aree periferiche e di quelle interne, che spesso è difficoltosa non solo per il digitale, ma anche per la telefonia mobile e fissa. “Le infrastrutture sono fondamentali, ma siamo un po’ in ritardo. Il lavoro da fare è ancora tanto”. “L’Agenda si propone di guidare la società e l’economia verso una transizione digitale per essere sempre più protagonisti in Europa” aggiunge Lia Montalti (Pd). Per la consigliera, oggi le frontiere dell’innovazione rischiano di essere soprattutto nelle mani di Stati Uniti e Cina e l’Europa risente di un sensibile ritardo sul tema. “L’Agenda digitale come bene comune, si propone- specifica Montalti- di colmare questo gap e si candida ad essere uno strumento primario per accedere ai finanziamenti europei e nazionali”.
Anche Federico Amico (Emilia-Romagna Coraggiosa) sottolinea l’importanza delle infrastrutture e dell’accesso. “Anche la gestione dei dati e lo sviluppo di percorsi per le donne che, attraverso la formazione, creino opportunità di occupazione sono aspetti importanti del piano” aggiunge. L’uso dei dati “aiuta anche alla riduzione delle diseguaglianze, a partire dalle fasce più fragili. Penso al fascicolo sanitario elettronico, che potrebbe integrarsi con le informazioni legate agli aspetti socio-sanitari che riguardano disabili, anziani o ragazzi seguiti dai servizi sociali. Occorre accelerare in questa direzione”.
Per il consigliere Gabriele Delmonte (Lega) l’Agenda digitale, così come è stata scritta, è un documento molto “alto” e teorico che “non entra nel dettaglio degli interventi e non fotografa correttamente la situazione esistente soprattutto sul versante della connettività e dei dati”. Per il consigliere, “i dati oggi sono particolarmente frammentati e per nulla aperti e quindi ben poco fruibili per obiettivi generali che noi non contestiamo”. A differenza del voto contrario espresso in Commissione, dove nessuna delle proposte emendative proposte dal Carroccio ha trovato spazio, Delmonte ha ringraziato per il lavoro di mediazione predisposto dalla maggioranza con la definizione di un pacchetto di proposte ampiamente condivisibili “che porterà a un voto favorevole dell’Agenda”
Massimiliano Pompignoli (Lega) sottolinea “che l’emendamento proposto dalla Lega per avviare un percorso di digitalizzazione della pubblica amministrazione, in particolare degli archivi di urbanistica e di quelli catastali, era stato bocciato. Oggi, con sorpresa, trovo che l’emendamento verrà approvato. Ringrazio la maggioranza perché ritengo che sia importante per i Comuni e le Province che hanno tanto cartaceo negli archivi, sfruttare lo strumento digitale. E’ un obiettivo su cui si deve puntare”.
Per Silvia Zamboni (Europa Verde) lo strumento digitale ha esplicato tutta la sua importanza anche nella pandemia, consentendo, ad esempio, alle persone di rivolgersi al proprio medico per richiedere le ricette senza esporsi al contagio. “Esiste un problema di digital divide- specifica la consigliera verde- che deve essere sorvegliato e sanato, soprattutto nelle aree di montagna o nelle zone interne. Per quanto riguarda i dati, poi, credo che debbano essere garantiti e resi disponibili con un minor ritardo temporale”. Unica nota negativa riguarda l’e-commerce, “che non è così positivo come si potrebbe pensare in un primo momento. Oltre al fatto che i big del commercio digitale impoveriscono tutto il sistema dei dettaglianti che tanta parte hanno nel tessuto sociale ed urbanistico delle nostre città, bisogna sottolineare che sono particolarmente voraci di soluzioni di logistica con costi ambientali molto alti sia nella costituzione degli hub avanzati che nel sistema di consegna capillare”.
Per Valentina Castaldini (Forza Italia) si tratta di un “documento che cambierà il volto dell’Emilia-Romagna, ma ci sono enormi complessità da gestire come lo smart working e la didattica a distanza che creano problemi all’accesso a istruzione o al lavoro”. Per la consigliera, “la digitalizzazione deve aiutare le Pmi che chiedono un’accelerazione per crescere, investire e avere sbocchi sui mercati. Occorre collegare università e imprese. Non va dimenticato, infine, che fra i tanti distretti tecnologici in regione si potrebbe far crescere quello spaziale, su cui ci sono grandi finanziamenti da parte della Ue”.