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Agricoltura e acquacoltura: oltre 6 milioni di euro per i settori in difficoltà

Al via in commissione Politiche economiche la proposta di legge della giunta che prevede misure finanziarie di sostegno

Oltre 6 milioni di euro per sostenere i settori agricoli in crisi (patata, riso, barbabietola da zucchero), per il sostegno al Consorzio dei salumi piacentini e nuovi interventi straordinari a sostegno delle imprese dell’acquacoltura per il contenimento della diffusione invasiva del “granchio blu”.

Al via in commissione Politiche economiche il confronto sul progetto di legge proposto dalla giunta per aiutare i comparti più in crisi dell’agricoltura emiliano-romagnola.

Nello specifico sono previsti 500mila euro nel 2024 per mantenere la coltivazione della patata (a patto che si utilizzino tuberi-seme certificati) in Emilia-Romagna dove ci sono 4.500 ettari coltivati con questo tubero, altri 500mila euro per il riso (a patto che si usino sementi certificate), 300mila euro per il sostegno al Consorzio dei salumi piacentini (pancetta, salame e coppa), un milione di euro per lo smaltimento del granchio blu non destinato a commercio e ristorazione. Su tre anni, invece, i fondi per il sostegno alla coltivazione di barbabietole ammontano a 1 milione di euro nel 2024, 1,5 milioni nel 2025 e 1,5 milioni nel 2026.

“Diamo contributi a importanti filiere agricole del nostro territorio”, spiega l’assessore all’Agricoltura, che sottolinea soprattutto gli interventi a sostegno della barbabietola da zucchero: “In Emilia-Romagna, a Minerbio, in provincia di Bologna, c’è l’unico zuccherificio rimasto attivo in Italia dopo la decisione assunta nel 2008 che ha portato alla scellerata decisione di chiudere gli zuccherifici in Italia. In Emilia-Romagna -spiega l’assessore- sono 15.000 gli ettari coltivati a barbabietola da zucchero”.

(Luca Molinari)

La comunicazione istituzionale del Servizio informazione dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna dal 12 aprile 2024 è soggetta alle disposizioni in materia di “par condicio” (legge 28/2000)

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