La Regione solleciti il governo ad attivarsi per la “tutela degli interessi degli agricoltori e il sostegno del comparto agricolo”.
Lo ha chiesto una risoluzione del Partito democratico a prima firma del consigliere Massimo Bulbi, siglata anche dai consiglieri Nadia Rossi, Stefano Caliandro, Matteo Daffadà, Manuela Rontini, Palma Costi, Marcella Zappaterra, Marco Fabbri, Lia Montalti, Luca Sabattini, Mirella Dalfiume e Roberta Mori.
Due le richieste contenute nella risoluzione. La prima è quella di avviare “un dialogo con le istituzioni europee affinché le loro istanze siano ascoltate, per la revisione delle politiche agricole, con l’obiettivo di introdurre maggiore flessibilità e adattabilità alle diverse realtà territoriali e produttive, promuovendo iniziative legislative e operative che consentano un uso più efficace dei terreni agricoli, fornendo risorse aggiuntive per un’agricoltura ambientalmente sostenibile, attuando gli interventi strutturali necessari per garantire un reddito stabile agli agricoltori, la redditività delle aziende agricole, riconoscendo un giusto compenso per i prodotti agricoli e disponendo che l’Ismea calcoli e pubblichi tempestivamente i costi di produzione”.
La seconda mira “a introdurre una tutela specifica per gli agricoltori emiliano-romagnoli anche per la particolare situazione in cui si trovano a causa dell’alluvione e di tutte le calamità naturali che ci sono state purtroppo negli ultimi anni, con misure aggiuntive e straordinarie per il risarcimento e la ricostruzione, quali l’incremento del sostegno finanziario, l’adozione di politiche che bilancino sostenibilità ambientale e supporto economico-tecnologico, azioni preventive contro future calamità e l’innovazione per l’adattamento ai cambiamenti climatici, al fine di garantire la sicurezza alimentare e la stabilità occupazionale nel settore agricolo”.
L’alluvione in Romagna ha provocato danni al “settore agricolo e agroalimentare, con perdite dirette stimate oltre 1,5 miliardi di euro e impatti negativi duraturi sull’economia regionale e nazionale”, colpendo il 42% della superficie agricola, 21mila imprese (il 49% di quelle della regione). Bulbio ricorda che “le associazioni agricole avanzano una serie di richieste per affrontare le sfide del settore, migliorare le condizioni di lavoro e produzione, e garantire la sostenibilità e la competitività dell’agricoltura a livello nazionale ed europeo, oltre a sollecitare un dialogo costruttivo con le autorità”. Si va dalle richieste di maggiori controlli contro le pratiche sleali, al contenimento della fauna selvatica, alla difesa del reddito, alla semplificazione, alle assicurazioni agevolate, al rilascio veloce dei visti di ingresso per i lavoratori stagionali agricoli da parte dei consolati italiani all’estero, allo stop all’installazione “indiscriminata” dei pannelli fotovoltaici, al sostegno alle filiere. Le richieste all’Europa sono quelle di non ridurre i fondi della Pac, di maggiore semplificazione, di “introdurre deroghe per l’incolto e per i prodotti agroalimentari nei regolamenti UE, e fermare le frodi sull’origine dei prodotti”. Per la pesca viene chiesto di “opporsi alla riduzione delle giornate e delle zone di pesca per lo strascico, aumentare il supporto alle aziende danneggiate da specie invasive come il granchio blu e rivedere l’indennità di malattia per i pescatori, portandola al 75%”.
Il consigliere conclude sottolineando che “la tutela della tradizione agricola delle tradizioni enogastronomiche uniche dell’Emilia-Romagna e dei suoi prodotti tipici è essenziale per mantenere l’eccellenza qualitativa riconosciuta a livello nazionale e internazionale”.
(Gianfranco Salvatori)