Dare continuità ai progetti di ricerca per il contrasto della diffusione della cimice asiatica, supportare la riproduzione degli insetti antagonisti da rilasciare in natura, proseguire nella delimitazione territoriale dei comuni colpiti per attivare le procedure per gli sgravi contributivi e fiscali ed emanare rapidamente il bando per l’abbattimento dei tassi di interesse, e con garanzie degli Agrifidi, per finanziamenti e dilazioni sui pagamenti delle rate di mutuo in scadenza o consolidamento di passività per contrastare la sofferenza finanziaria delle imprese colpite dal mancato raccolto. Questi sono gli impegni che Paolo Calvano, Luciana Serri e Stefano Caliandro hanno chiesto alla giunta con una risoluzione nella quale rimarcano come la diffusione della cimice asiatica inizi a prendere le “proporzioni di una vera e propria calamità naturale” che ha causato “danni ingentissimi all’agricoltura italiana: per le sole pere, pesche e nettarine sono stati stimati a fine settembre oltre 350 milioni di euro di danni di cui 200 in campagna e 150 nelle fasi di lavorazione, con conseguenti pesanti perdite anche di posti di lavoro, con quasi 500.000 giornate in meno lavorate”.
I consiglieri del Partito democratico sottolineano che “nonostante il veloce progredire della ricerca e le attività fin qui avviate dalla Regione, la soluzione della crisi è ancora lontana e richiede un’azione sinergica e a tutti i livelli”. Per questo, secondo i dem, è “necessario che a quanto la Regione ha fatto e sta facendo si affianchi anche l’operato dello Stato e dell’Unione Europea”.
E proprio per questo invitano l’esecutivo regionale ad intervenire nei confronti del governo nazionale per “individuare nella legge di bilancio 2020 i fondi per indennizzare i mancati redditi da produzione e vendita dei prodotti ortofrutticoli degli agricoltori colpiti, apportando anche le necessarie deroghe di legge”. Non solo: di far “prevedere l’esonero parziale del pagamento dei contributi previdenziali e assistenziali degli imprenditori e dei loro lavoratori dipendenti, in scadenza nei dodici mesi successivi alla data in cui si è verificato l’evento”, di far approntare “un provvedimento legislativo specifico che ammetta come condizione per accedere ai benefici da parte dei lavoratori alle dipendenze di imprese nelle aree colpite dalla cimice asiatica la sola ‘richiesta di avvio delle procedure'” e di far “reperire risorse e registri in esonero sul regolamento degli aiuti di Stato”. Queste le azioni per il futuro prossimo ma nell’immediato Calvano, Serri e Caliandro suggeriscono alla giunta di “farsi promotore, assieme alle associazioni professionali agricole e cooperative, della predisposizione di un protocollo per la sospensione delle rate dei mutui, simile a quello utilizzato in passato”.
Per quanto riguarda invece le richieste rivolte all’Unione europea i tre democratici chiedono “l’attivazione delle misure necessarie per risolvere problemi specifici (art 221 del Regolamento 1308/2013), per consentire un aiuto immediato per i danni, diretti e indiretti, la modifica dell’Ocm Ortofrutta che porti dal 50% all’80% l’intensità dell’aiuto sull’introduzione di misure di prevenzione quali la difesa chimica a basso impatto ambientale localizzata e l’utilizzo di sistemi di difesa passiva come le reti antinsetto, di innalzare dal 65% al 75% la percentuale di valore comunque riconosciuto al prodotto che si sia deprezzato di almeno il 35% per motivi non imputabili alla responsabilità” e infine di “aumentare l’attuale percentuale di aiuto previsto per le spese di prevenzione, contrasto, gestione e difesa attiva delle crisi, da destinare a interventi di adattamento al cambiamento climatico e di lotta a organismi nocivi”.
(Andrea Perini)