Ambiente e territorio

Gibertoni (Misto): no alle coltivazioni derivanti da manipolazione genetica

La capogruppo sollecita una presa di posizione della giunta regionale affinché “vengano fermati i danni provocati dalle coltivazioni derivate da editing genetico”

“Agire affinché vengano fermati i danni provocati dalla coltivazione e dall’utilizzo, nella filiera agroalimentare, sia dei prodotti frutto delle nuove tecnologie di editing genetico, sia dei ben noti OGM, a interessi di grande importanza, quali la salute umana, l’ambiente e l’agrobiodiversità”.

A sollecitare l’esecutivo regionale in tal senso è Giulia Gibertoni (gruppo Misto) la quale, con un’interrogazione, richiama l’attenzione su quelle coltivazioni agricole frutto di manipolazione genetica definite come “i nuovi ogm” e alla “pesante attività di lobbying delle principali associazioni dell’agroalimentare sfociata in diverse proposte di legge in Parlamento tra cui quella del presidente della commissione Agricoltura della scorsa legislatura parlamentare, che voleva fare dell’Italia un paese leader di queste tecniche“.

Rimarcando la sentenza dello scorso febbraio in cui la Corte di Giustizia Europea ha ribadito “con chiarezza come le Tecniche di Evoluzione Assistita (TEA) e le New Genomic Techniques (NGT) non possano essere considerate fuori dal perimetro della Direttiva 2001/18, che definisce e regola gli OGM, chiedendo che vengano sottoposte alle stesse procedure per l’approvazione delle varietà destinate alla coltivazione e delle sperimentazioni in campo aperto obbligando a una valutazione del rischio, tracciabilità ed etichettatura”, la capogruppo denuncia come “ormai da tempo la Commissione europea sta cercando di indebolire i regolamenti dell’UE sugli organismi geneticamente modificati”.

Stante la situazione, Gibertoni chiede all’esecutivo regionale “se non ritenga prioritario contrastare qualunque progetto che, approfittando delle condizioni avverse date dalle fasi di siccità, di fatto si proponga di cercare sponde nelle istituzioni per sdoganare i TEA-NGT e NBT o i ben noti OGM, a partire dall’Emilia-Romagna”.

Ulteriore auspicio, infine, è quello di “sviluppare azioni che contrastino sia a livello regionale e nazionale, sia a livello europeo, la campagna in atto per legittimare di fatto entrambe le tecnologie TEA – NGT e NBT (New Breeding Techniques) oltre che i ‘vecchi’ OGM, peraltro senza tracciabilità ed etichettatura”.

(Luca Boccaletti)

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