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Agricoltura. Lega Nord: sostenere la peschicoltura romagnola

Pompignoli, Liverani e Marchetti: “valorizzare il prodotto attraverso il riconoscimento del marchio Dop alla pesca nettarina e attuare disciplinari senza ulteriori restrizioni”

Attivarsi in tutte le sedi e con tutti i mezzi a propria disposizione per tutelare il settore della peschicoltura romagnola, favorendo anche nuove colture e la valorizzazione del prodotto locale. E, ancora, avviare il procedimento di riconoscimento di marchio Dop alla pesca nettarina di Romagna. Infine, recepire i disciplinari di lotta integrata inviati dall’Unione europea e attuarli sul territorio senza porre ulteriori stringenti modifiche e divieti. È quanto chiedono alla Giunta regionale, con una risoluzione, Massimiliano Pompignoli, primo firmatario, Andrea Liverani e Daniele Marchetti, consiglieri della Lega Nord.

I dati riportati nel listino prezzi della Camera di Commercio della Romagna ed elaborati dall’ufficio Statistica e studi (media dei prezzi dei gruppi di prodotti nelle settimane di quotazione e confronto con il medesimo periodo del precedente anno) – si legge nell’atto d’indirizzo – riportano una flessione del 28,0% delle pesche gialle, del 27,3% delle nettarine gialle e del 30,9% di tutte le varietà di pesche. In flessione anche albicocche (-43,7%) e susine (-15,7%).

Al di là del valore medio della flessione – scrivono i consiglieri – l’elemento che più desta preoccupazione è il livello di prezzo in termini assoluti che, per tutte le varietà citate, non appare minimamente remunerativo né capiente dei costi diretti di produzione. I prezzi pagati ai produttori evidenziano – si sono assestati sotto ai minimi storici (da 10 a 20 centesimi al chilogrammo) mentre i costi di produzione sono lievitati (mediamente 50 centesimi al chilogrammo) e sui banchi dei supermercati i prezzi al consumatore sono arrivati a 2,50 euro al chilo.

Dal 1994 – sottolineano gli esponenti del Carroccio – l’Emilia-Romagna ha perso quasi il 43% dei frutteti, nonostante sia migliorata la produttività per ettaro. In particolare, la superficie coltivata a pesche è crollata da 20mila 988 ettari a 6mila 106 ettari e quella coltivata a nettarine da 17mila 728 ettari a 8mila 563 ettari.

Da qui l’iniziativa di Pompignoli, Liverani e Marchetti, finalizzata a sostenere la peschicoltura romagnola per evitare che vada disperso il valore, le competenze e l’esperienza delle aziende produttrici e dell’intero comparto.

(Luca Govoni)

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