“I ritardi che si vanno accumulando nel processo di approvazione del Programma di sviluppo rurale (Psr) hanno causato, o potrebbero causare, perdite di stanziamenti europei per la Regione Emilia-Romagna?”. A chiederlo, in una interrogazione immediata in Aula, è Andrea Bertani (M5s). Bertani riferisce sull’opportunità di “ripercorre l’iter istituzionale che prevede la condivisione e l’informazione con gli stakeholder, chiamandoli ad esprimersi e a fare proposte e valutazioni sulla versione revisionata del piano, con i conseguenti passaggi in Commissione europea ed in Assemblea legislativa”. La Regione, aggiunge l’esponente M5s, “ha formulato il nuovo Programma di sviluppo rurale 2014-2020, approvato dall’Assemblea legislativa il 15 luglio 2014 e notificato in Commissione europea il 21 luglio 2014; la Commissione, in data 16 dicembre 2014, ha dato risposta formulando numerose osservazioni (in numero di 542) a cui la Regione dovrà rispondere”. Prosegue Bertani: “Le osservazioni specificano che nel Psr l’attenzione riservata all’ambiente è poco ambiziosa e insufficientemente mirata: le richieste e le criticità sollevate dalla Commissione comportano una revisione della proposta”.
“Il ritardo della Regione- conclude il consigliere- sembra costituire un freno anche per le altre Regioni che hanno ricevuto un numero nettamente inferiori di osservazioni”.
L’ assessore all’Agricoltura, Simona Caselli, rispondendo in Aula, spiega: “L’iter di approvazione del Programma di sviluppo rurale 2014-2020 (http://agricoltura.regione.emilia-romagna.it/psr/temi/programma-di-sviluppo-rurale-2014-2020) non presenta difficolta, l’obiettivo della Regione Emilia-Romagna è l’approvazione del documento da parte dell’Ue nella prima fase, con il primo gruppo. Il 22-23 gennaio- aggiunge l’assessore- abbiamo avuto incontri a Bruxelles, non sono in programma modifiche al nostro Psr, è confermato lo stanziamento di 1,2 miliardi di euro”. Caselli ha poi spiega che “se venisse ripercorso l’iter istituzionale”, come richiesto dal consigliere Bertani, “rischieremmo, in questo caso sì, un ritardo di almeno tre mesi”.
Nella replica Bertani si dichiara “non soddisfatto”.
(cr)