“L’insostenibile ribasso dei prezzi del grano e l’invasione dei prodotti stranieri di scarsa qualità stanno mettendo a rischio le produzioni agricole regionali e la qualità del ‘made in Italy’”.
Lo affermano i consiglieri del gruppo della Lega nord (primo firmatario Alan Fabbri) in una risoluzione, dove sollecitano la Giunta regionale a tutelare gli occupati del settore anche attivandosi presso il ministero delle Politiche Agricole alimentari e forestali.
Il secondo invito rivolto all’esecutivo regionale è quello di chiedere al Governo “l’introduzione di una puntuale etichettatura dei prodotti agroalimentari che indichi il Paese di provenienza delle materie prime, mettendo così il consumatore a conoscenza della provenienza e della qualità del prodotto”.
I consiglieri riferiscono che in regione “30.000 aziende agricole sarebbero messe a rischio dal crollo dei prezzi del grano”, che registrerebbe “una diminuzione del 19% circa del prezzo del grano tenero e del 42% circa del grano duro”.
“I soli produttori dell’Emilia Romagna- scrivono- hanno perso più di 70 milioni di euro per il crollo dei prezzi, mettendo a rischio aziende agricole che producono 357.000 tonnellate di grano duro e 782.000 di grano tenero”, oltre al fatto che questa situazione “mette a rischio centinaia di migliaia di posti di lavoro”.
Il problema- aggiungono- è legato anche “alle speculazioni finanziarie sulle materie prime agricole e all’importazione sempre più massiccia di grano straniero”, che stanno creando “un danno devastante non solo alla produzione cerealicola regionale ma anche agli alti livelli qualitativi assicurati ai consumatori dal ‘made in Italy’”.
“Per farvi fronte,- concludono- le associazioni di categoria agricole hanno sottolineato la necessità di indicare in etichetta l’origine del grano impiegato nella pasta e nel pane, di estendere al massimo i controlli delle importazioni da paesi extracomunitari dove sono utilizzati prodotti fitosanitari vietati da anni in Italia e in Europa e di fermare le importazioni selvagge a dazio zero che usano l’agricoltura come mezzo di scambio nei negoziati internazionali senza alcuna considerazione del pesante impatto che ciò comporta”.
Hanno sottoscritto la risoluzione, oltre a Fabbri, Fabio Rainieri, Gabriele Delmonte, Daniele Marchetti, Stefano Bargi, Matteo Rancan, Marco Pettazzoni, Andrea Liverani e Massimiliano Pompignoli.
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(ac)