“Vini prodotti con acqua e senza alcol: sembra essere questa la proposta che sta girando nelle sale delle istituzioni europee. La nuova Pac (Politica agricola comune), che entrerà in vigore da gennaio 2023, apre ai vini parzialmente senza alcol, anche tra le produzioni Dop e Igp”. La Regione si attivi nei confronti del governo contro questa proposta, “tenuto conto del favore di cui gode il governo Draghi in Europa”. Inoltre, si portino nelle sedi più opportune gli interessi della “nostra terra” che ha “nelle ricchezze enogastronomiche un vero fiore all’occhiello”. Infine, l’esecutivo regionale contrasti l’Italian sounding (“che per la nostra nazione rappresenta una danno di 100 miliardi l’anno”) e si impegni “concretamente nella lotta al contrasto della contraffazione dei prodotti agroalimentari, prodotti che fanno grande l’Italia, e ovviamente l’Emilia-Romagna, nel mondo”.
L’allarme sull’agroalimentare italiano è del consigliere Michele Barcaiuolo (Fratelli d’Italia) che lo ha lanciato in un’interrogazione.
Ai ministri dell’Agricoltura europei “è stato portato l’accordo raggiunto dal trilogo (Commissione, Parlamento e Consiglio) del 26 marzo scorso che apre alla pratica di eliminazione parziale o totale dell’alcol nel vino da tavola e parziale nelle produzioni Dop e Igp. La proposta ha comunque trovato il sostegno di alcuni Stati membri perché avrebbe in sé “la possibilità di crescere, ad esempio, nel mercato dei Paesi Arabi”.
L’Emilia-Romagna, scrive Barcaiuolo, “è molto complessa dal punto di vista vitivinicolo” ed esprime eccellenze in termini di vini bianchi, rossi e di spumanti. L’Emilia-Romagna “nel 2020 ha reagito meglio delle altre regioni sui mercati esteri” e delle prime cinque regioni “la nostra è quella che va meglio, tanto da registrare un +2,8% (e in aumento rispetto alla media degli ultimi anni che si era attestata per la nostra regione a +0,9%)”. Inoltre, la Regione nel 2020 ha stanziato 5,4 milioni “per incentivare l’ammodernamento degli impianti e l’innovazione tecnologica in cantina, con l’obiettivo di migliorare la qualità dei vini made in Emilia-Romagna e rafforzare la competitività delle imprese. Obiettivi che, per certi versi, paiono in antitesi con le richieste assurde che sembrano provenire da Bruxelles”.
(Gianfranco Salvatori)