Risolvere il problema della diffusione della pesta suina, trovando un bilanciamento tra cacciatori e allevatori.
A chiederlo, in un’interrogazione, è Giancarlo Tagliaferri (Fdi) che ha ricordato come “oggi viene discusso in Senato un provvedimento, sul Decreto Legge ‘peste suina’ a dir poco insufficiente: un intervento di 10 milioni di euro per una filiera che vale miliardi e che arriva, inoltre, con ingiustificabile ritardo. Dalla prima segnalazione di un caso di peste suina africana, infatti, sono trascorsi due mesi prima di arrivare a un decreto legge e tre prima di arrivare a discuterlo in Aula, praticamente a oggi è stata attivata solo burocrazia, eppure di documenti che andassero nella direzione di modificare la legislazione italiana sul tema del contenimento della fauna selvatica ce ne sono molti e uno in particolare ha visto il voto favorevole di quasi tutte le forze politiche, con solo 4 voti di astensione. Si trattava di una relazione in cui si faceva riferimento a un elenco di animali dannosi per il territorio. Fra questi era annoverato il cinghiale e tutte le conseguenze che il numero eccessivo di questa razza comportava con relative misure di intervento”.
Da qui l’atto ispettivo per chiedere all’amministrazione regionale “come intenda attivarsi e favorire il compromesso e il bilanciamento dei diritti mettendo al centro un principio fondamentale: la tutela della salute pubblica. Consapevole che è diventata una esigenza fondamentale ed è oltremodo doveroso trovare un punto di accordo tra i cacciatori e gli allevatori”.
(Luca Molinari)