Il progetto di legge per la valorizzazione degli artigiani del pane ottiene il via libera della Commissione Politiche economiche (presieduta da Luciana Serri). Sparisce l’articolo 11: quello relativo al mutuo riconoscimento del pane prodotto in Ue o nei Paesi che hanno siglato l’accordo sullo spazio economico perché, spiega Barbara Lori (Pd) prima firmataria del Progetto di legge, “la materia non è di competenza regionale”. Sinistra italia e Misto-Mdp votano a favore del provvedimento mentre Movimento 5 stelle, di cui sono stati accolti due subemendamenti e un emendamento è stato condiviso da Lori e Andrea Bertani (M5s), e Lega nord si astengono. Nove invece gli emendamenti presentati con uniche firme di consiglieri del Partito democratico e accolti. Il progetto di legge, quando verrà approvato dall’Aula, aggiornerà l’ormai datata norma del 1967 e sarà in linea anche con le norme nazionali visto che il Ddl Romanini (parlamentare parmigiano) sulle disposizioni generali in materia di pane, panificatori e farine, sta per terminare il suo iter legislativo.
Oltre alla cancellazione dell’articolo 11, il progetto di legge ha subito alcune modifiche. La prima riguarda gli imprenditori agricoli che “nell’esercizio dell’attività agricola” producono pane per cui le disposizioni della legge “non si applicano”. Modifica avvallata sia da Lori che da Andrea Bertani (M5s), firmatari dell’emendamento.
Per “chiarezza e omogeneità con le norme nazionali”, spiega Lori, è stato anche specificato che “nella produzione del pane possono essere impiegati altri ingredienti alimentari come spezie, erbe aromatiche, olio di oliva, extravergine e strutto”. Esplicitato in modo più chiaro anche il limite del “trattamento con effetto conservante”. Una pratica che, se attuata, impedirà ai produttori di utilizzare la denominazione di “pane fresco”. Un cambiamento per “allineare la futura norma regionale- spiega Lori- alla disegno di legge Romanini”.
Inserito anche il divieto di utilizzo di “denominazioni come pane di giornata, pane appena sfornato e pane caldo oltre a qualsiasi altra forma che possa indurre in inganno il consumatore”, emendamento votato anche dal Movimento 5 stelle.
Accolte le proposte pentastellate di specificare nell’etichetta “il vegetale da cui deriva la farina inserita nell’impasto” e “gli ingredienti alimentari impiegati nella produzione del pane”.
Respinti invece gli emendamenti, a firma Bertani–Sensoli, che inserivano “la distinzione di forno di qualità, forno regionale e forno artigianale” che secondo Lori avrebbero “creato equivoci al consumatore”. Non cambiano nemmeno gli anni necessari a ottenere la qualifica di panificatore. Bertani chiedeva di uniformarsi a Veneto e Lombardia che nel dispositivo parlano di tre anni. In Emilia-Romagna rimarranno i due previsti dal pdl.
Mentre per quanto riguarda gli emendamenti – respinti – sempre arrivati dai banchi dei 5 stelle, sulla valorizzazione, sulla promozione della tracciabilità per la trasparenza del mercato, sui contratti di filiera e le reti di Economia solidale, Sinistra italiana e Misto-Mdp hanno specificato, con Yuri Torri, di essere a favore. Proposte che Barbara Lori ha invitato a raccogliere in un ordine del giorno da presentare in Aula.
(Andrea Perini)