Scontro tra centrodestra e centrosinistra sulle alluvioni che nei giorni scorsi hanno colpito l’Emilia-Romagna, provocando ingenti danni a territorio, cittadini e imprese e costando la vita a due persone. Scenario del botta e risposta fra le forze politiche di maggioranza e di opposizione è stata la seduta dell’Assemblea legislativa durante la quale la vicepresidente e assessore all’Ambiente e protezione civile Irene Priolo ha fatto il punto sulle cause e la situazione post alluvionale.
Prima della relazione e del dibattito, l’Aula ha osservato un minuto di silenzio per le vittime dell’alluvione.
“Una disastrosa alluvione ha lasciato alle proprie spalle una scia di distruzione di imponenti proporzioni e centinaia di sfollati, cittadine e cittadini che hanno perso le proprie case. Nei nostri occhi le immagini di fiumi straripati, campagne allagate, case sott’acqua, oggetti che galleggiano in fiumi con gli argini divelti”. Così la presidente Emma Petitti è intervenuta in Assemblea sugli eventi alluvionali che hanno coinvolto nei giorni scorsi parte del territorio regionale, sollecitando poi un momento di raccoglimento. “Il bilancio dei giorni scorsi – ha sottolineato la presidente – è reso ancora più drammatico dal fatto che, oltre ai danni, le alluvioni hanno causato anche il decesso di due cittadini, a Fontanelice e a Castel Bolognese, strappando due vite ai loro affetti e alle loro famiglie. Nel loro ricordo, vi invito a un minuto di silenzio, stringendoci alle loro famiglie a cui l’Assemblea legislativa esprime vicinanza e cordoglio”.
Ha poi preso la parola l’assessora Irene Priolo: “E’ scesa in 36 ore una quantità di acqua molto ingente tanto che si può affermare che tanta acqua così nella storia non era mai caduta da quando si fanno le rilevazioni, 15 fiumi sono andati a rischio esondazione contemporaneamente: la Protezione civile e la Regione si sono mosse subito, abbiamo oltre 200 frane in Appennino”. Priolo, poi, ha spiegato che “la Regione sta operando a sostegno delle popolazioni colpite, ma non basta affrontare l’emergenza: chiediamo al ministero dell’Ambiente e al governo di procedere con quanto previsto dalle norme, ovvero di finanziare i piani triennali per le politica di cura del territorio che sono sottofinanziate. Solo in questo mandato la Regione ha speso risorse proprie pari a oltre un miliardo di euro, mentre i piani nazionali sono senza le risorse necessarie”.
Poi ancora: “I danni stimati sono di circa un miliardo di euro, abbiamo chiesto e chiederemo nuove risorse allo stato centrale”, sottolinea Priolo che ha fatto una disamina precisa di tutto il territorio regionale e ha ricordato come il presidente della Regione Stefano Bonaccini sia stato nominato come commissario straordinario all’emergenza.
“La giunta deve dare spiegazione di quanto è successo: serve chiarezza e per questo abbiamo voluto una commissione speciale di studio dove produrremo documenti e testimonianze e su cui chiederemo di riflettere sia al mondo della politica che alla magistratura affinché tragga ogni conclusione in una modalità totalmente libera e, se saranno accertate delle responsabilità, vogliamo nomi e cognomi e soprattutto vogliamo che quelle persone paghino. Nessuna ordalia e nessun istinto forcaiolo. Solo la ferma volontà di non continuare a prendere in giro i nostri concittadini. Come dicevo all’inizio del mio intervento, è una questione di rispetto e credibilità”, ha attaccato Giancarlo Tagliaferri (Fdi) che ha difeso il governo Meloni parlando di “ottima attività della Protezione civile nazionale che si è affiancata a quella locale”.
Netta, invece, la posizione di Silvia Zamboni (Europa verde), che sulle dichiarazioni del centrodestra ha parlato di “polemiche che non hanno fondamento”. “I picchi di pioggia oltre 200 millimetri in 24 ore – ha rimarcato – mostrano che gli eventi erano eccezionali e ci descrivono la vulnerabilità dei nostri territori. Siamo in presenza di cambiamenti climatici estremi, l’equilibrio geologico è saltato, la nostra è fra le regioni a più alto rischio alluvioni, seconda solo alla Calabria”. “Negli ultimi dieci anni in regione – ha concluso Zamboni – si contano 38 allagamenti da piogge intense e 12 esondazioni. Servono interventi idraulici adeguati. Puntare il dito contro gli animali che fanno tane negli argini per quanto accaduto è quantomeno risibile, certamente occorrono dei monitoraggi, anche per ricostruire gli equilibri geologici che sono andati persi”.
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