Serve subito una profonda revisione delle politiche regionali, a partire dalla legge urbanistica, per impedire ulteriore consumo di suolo in Emilia-Romagna.
Dopo gli ultimi eventi alluvionali in regione a intervenire è, con un’interrogazione rivolta alla giunta regionale, Giulia Gibertoni (gruppo Misto), che sollecita poi, sullo stesso tema, “la realizzazione di opere di regimazione delle acque per garantire spazi adeguati ai corsi d’acqua”.
La consigliera, nel rilevare che “non è stata compresa la natura ormai ricorrente di questi fenomeni, le cui conseguenze possono essere attenuate solo attuando rigorose politiche di adattamento e prevenzione”, spiega in tono polemico che “le immagini di questi giorni degli alvei manomessi con infrastrutture di ogni tipo e disboscati senza criterio non necessitano di spiegazioni”.
Per la capogruppo “non si smette, ancora oggi, di cementificare. Il consumo di suolo in Emilia-Romagna è fra i più elevati, con l’inevitabile aumento della pericolosità idraulica”. Infatti, prosegue, “a livello nazionale, nell’ultimo anno, l’incremento di suolo artificializzato in aree a pericolosità idraulica media arriva a 917,6 ettari, dei quali ben 433,1 in Emilia-Romagna”. “Anche il rapporto della commissione tecnico-scientifica sugli eventi meteorologici estremi del mese di maggio 2023 – evidenzia quindi Gibertoni – parla della necessità di ‘un controllo severo del consumo di suolo’”. “È poi noto – conclude – come la nuova legge urbanistica abbia fatto da volano all’incremento del consumo di suolo anziché fermarlo (basti pensare ai poli della logistica che nella nostra regione pesano il doppio rispetto alla media nazionale)”.
(Cristian Casali)