Ambiente e territorio

Alluvione, i numeri dell’emergenza in Romagna: 8,8 miliardi di danni. Il dibattito in Regione

Relazione della vicepresidente e assessore all’Ambiente Irene Priolo in commissione Territorio. Pd: i cittadini chiedono allo Stato ciò di cui hanno diritto. Fdi: l’esecutivo Meloni sta operando in modo migliore rispetto al passato. Lega: stop a scaricabarile ai danni dei cittadini

I danni (con stima in crescita) ammontano a 8,8 miliardi; ci sono già 74 cantieri attivi, per un importo di 93 milioni di euro (di cui oltre 20 milioni già spesi); censite oltre 1.000 frane in quasi 80 comuni; lo stato d’emergenza interessa 7 province e oltre 100 comuni; sono 23 i fiumi, torrenti e canali esondati; svariate le linee ferroviarie da ripristinare; 540 i chilometri quadrati di terra alluvionata; 600 le persone accolte nelle strutture pubbliche perché rimaste senza casa; 70mila gli edifici privati lesionati dalla furia dell’acqua. Poi c’è il tema mancati introiti per le imprese, con quelle agricole in forte difficoltà.

Sono alcuni dei numeri del bilancio dei danni del maltempo che nello scorso maggio ha colpito l’Emilia-Romagna presentanti oggi dalla vicepresidente e assessora all’Ambiente Irene Priolo nel corso della commissione Territorio e Ambiente presieduta da Stefano Caliandro.

L’assessora Priolo ha anche fatto il punto su quanto realizzato dalla Regione a partire dall’avvio dell’emergenza: 30 segnali di allerta dal 1° maggio, 141mila sms di segnalazione pericolo, attivazione delle sale operative regionali, 7 centri di coordinamento soccorsi, 160 centri operativi comunali, un aumento del 300% delle chiamate al 118, quasi 12mila interventi, fino a 1.100 vigili del fuoco e 350 mezzi impiegati, oltre 13mila volontari, 800 persone soccorse e 54 centri di prima accoglienza allestiti.

“La nostra commissione si sente convocata in modo permanente sul tema alluvione perché al tema dei danni si lega quello dei morti. Poi c’è il tema delle ricostruzioni e bisogna che ci siano risposte celeri per i cittadini”, spiega il presidente della commissione Stefano Caliandro, la cui proposta della “commissione permanente” è stata giudicata positivamente dalla vicepresidente della giunta Irene Priolo.

La relazione della vicepresidente Priolo è stata oggetto del confronto fra le forze politiche. Per il Pd “i cittadini chiedono allo Stato ciò di cui hanno diritto” mentre per  Fratelli d’Italia “l’esecutivo Meloni sta operando in modo migliore rispetto al passato”. Lega: “Stop a scaricabarile ai danni dei cittadini”.

“Con l’udienza odierna -spiega Marta Evangelisti (Fdi)- apprendiamo informazioni che attendevamo da tempo. Anche nell’incontro di giovedì scorso con il governo ci risulta che il materiale con la conta dei danni sia stato consegnato dopo la riunione e ovviamente questo comportamento ha determinato la richiesta di ulteriori specificazioni indirizzata alla Regione”. La capogruppo di Fratelli d’Italia ha poi sollecitato il presidente Bonaccini “a rispondere per tempo alle richieste pervenute perché così facendo si faciliterebbero i lavori di tutti gli organi dello Stato e verrebbero abbattuti sensibilmente i tempi degli interventi”.

Anche Massimiliano Pompignoli (Lega) ha criticato la gestione delle informazioni rese ai consiglieri. “I dati e i numeri richiesti sono forniti a spizzichi e bocconi. Alle nostre richieste di accesso atti viene ventilata una risposta in 100/120 giorni perché ci è stato detto che gli uffici sono impegnati nella ricognizione, anche quando chiediamo cose che dovrebbero essere già ampiamente conosciute dall’amministrazione regionale”. Sulle somme di 5mila euro stanziate come primo risarcimento, il leghista chiede poi se “a fronte del meccanismo altamente innovativo che, si sottolinea, è stato messo in atto, questa scelta deriva da uno specifico coordinamento con il governo oppure se è una procedura decisa in autonomia”. Vista poi l’importanza e la vastità degli argomenti da affrontare sui danni diretti dell’alluvione e quelli indiretti generati soprattutto dai movimenti franosi, Pompignoli caldeggia il varo della Commissione speciale d’inchiesta “per uno sguardo più approfondito che esuli dalla trattazione ordinaria nella commissione Territorio come avvenuto fino a ora”.

Valentina Castaldini (Forza Italia) ha preso atto dei numeri comunicati dalla vicepresidente Priolo, “ma quelli – ha rimarcato – sono i numeri che fotografano cosa si stia facendo, mentre io credo che si debba ragionare anche sul come lo si sta facendo”. La capogruppo azzurra sottolinea anche in questo caso come “da tempo stiamo chiedendo in ogni sede che l’Assemblea venga informata prima delle decisioni attuate dalla giunta, ma anche in questo caso devo constatare come tale richiesta non venga presa in considerazione”. Per Castaldini, poi, un particolare riguardo nella conta dei danni deve essere riservato al settore agricolo “per cui sarebbe auspicabile una specifica relazione dell’assessore all’Agricoltura Alessio Mammi”. Per quanto concerne le tante frane sorte o aggravatesi dopo gli eventi atmosferici dello scorso maggio, la capogruppo sollecita “un’attenta pianificazione di medio periodo per non generare false illusioni e soprattutto per evitare che gli interventi di massima urgenza pianificati ora possano tradursi in costosi palliativi”.

Marco Mastacchi (Rete Civica) sottolinea invece “l’inevitabile fenomeno di abbandono che sorgerà fra qualche tempo fra le popolazioni colpite dopo il primo momento a forte intensità emotiva. Per far fronte a questo aspetto occorrono quindi fatti concreti e celeri per rispondere a questa emergenza”. Il capogruppo auspica poi “un nuovo assetto per le nostre infrastrutture attraverso una progettazione e una manutenzione territoriale carente a causa anche di un eccessivo approccio ambientalistico soprattutto nella gestione di boschi e fiumi”. Per Mastacchi occorre una visione d’insieme per capire come le problematiche della montagna siano strettamente correlate ai problemi registrati in pianura” e anche lui chiede una sensibilità particolare per il settore agricolo. Auspicio finale poi “sulla revisione dell’attuale assetto istituzionale che è stato fallimentare sia nella gestione del territorio che nell’emergenza. Non è più tempo per enti di secondo livello senza adeguate risorse economiche”.

Michele Facci (Lega) ha infine ricordato come dal 2014 il presidente Bonaccini sia Commissario al dissesto idrogeologico “ed è tutt’ora Commissario delegato all’alluvione, così come negli anni è stato investito del ruolo per le varie emergenze che hanno flagellato il nostro territorio. Da Commissario tocca a lui fare una serie di azioni e dopo una prima ordinanza nell’immediatezza dell’alluvione solo pochi giorni fa ha emanato un secondo provvedimento per l’utilizzo dei primi fondi messi a disposizione”. Per Facci è chiaro che “prima si individuano gli ambiti di intervento e prima il governo potrà intervenire, quindi le polemiche degli ultimi giorni sono assolutamente speciose e infondate”. Per il leghista, poi, è necessario avviare un approfondito ragionamento su un aspetto: “Se e come il piano degli interventi va a modificare il piano di gestione del rischio alluvioni, dal momento che molte zone interessate dalle esondazioni erano ricomprese con un vario grado di priorità in quel documento”.

“Ancora una volta ho sentito l’affermazione un po’ surreale secondo la quale a monte di questi danni ci sarebbero politiche ambientaliste che hanno impedito di fare le cose necessarie. Chi dice questo, però, non ha ancora pronunciato la parola cambiamento climatico”, spiega Silvia Zamboni (Europa Verde) per la quale si deve “adottare un piano di politica di adattamento a cambiamenti climatici ed eventi meteo estremi. Dobbiamo usare politiche per rendere il territorio più resiliente, più in grado di resistere agli stress meteo estremi che si stanno moltiplicando: gli ambientalisti non possono essere chiamati a rispondere dei cambiamenti climatici. Ci sono elevati rischi per la nostra agricoltura. Affrontare il problema di quanto si è andato a depositare sui terreni e i lavori per ripristinare la fertilità di questi suoli è un impegno enorme”.

Per Massimo Bulbi (Pd) “tutti vorrebbero chiudere la polemica, ma poi si continua a fare polemica: chi vuole rappresentare le istituzioni non può dileggiare i sindaci o dire falsità sul loro operato. Bisogna fare in modo che quando si parla di queste cose si stia sul pezzo e in questo momento serve la tempistica utilizzata nel terremoto. Le risorse, le procedure, i metodi: questo serve. Insieme si devono fare le cose, se no non facciamo il nostro lavoro in modo responsabile, non ottemperiamo al nostro mandato”.

Per Silvia Piccinini (Movimento 5 Stelle) bisogna evitare che dietro le polemiche ci sia un disegno come quello che c’è sulla sanità: “Riguardo alla sanità si vuole spingere il territorio verso la sanità privata, mentre nel caso dell’alluvione non vorrei si volessero fare speculazioni politiche sulla pelle degli alluvionati – le dichiarazioni del ministro Musumeci e del viceministro Bignami lo lasciano presupporre. Non si deve speculare sulle disgrazie dei nostri territori”.

“Sono sconcertata da alcuni degli interventi dei colleghi, in primo luogo di quello della collega Evangelisti: sono sconcertata perché il suo messaggio è che la Regione deve fare tutto il suo lavoro e poi il governo vedrà il da farsi. Così dicendo vuol dire che non avete capito la gravità di quello che è successo”, spiega Lia Montalti (Pd) che ricorda come “in questo momento in cui la disperazione sta prendendo il posto dell’incredulità, chi sostiene queste cose deve andare fra i cittadini e sul territorio, ma non a fare passerella come il viceministro Bignami e altri esponenti del centrodestra. Sia chiaro che in questa situazione non stiamo chiedendo nulla che non spetti ai cittadini emiliano-romagnoli, che in questi anni con le loro tasse hanno contribuito alla tenuta dello Stato”.

Per Daniele Marchetti (Lega) “lo spirito di collaborazione evocato da molti interventi di maggioranza è in contrasto con quanto avvenuto nei fatti. In seguito a mie specifiche richieste e segnalazioni su un fiume del territorio, mi è stato detto che le risposte non sarebbero arrivate prima del prossimo settembre, mentre poi ho trovato i dati che avevo sollecitato in un post sui social media e in parte in specifiche conferenze stampa, a testimonianza di come come vengano trattati i dati”. Marchetti chiede poi le condizioni degli argini dei fiumi “e in particolare se la Regione sia in possesso o meno della ricognizione che si sarebbe dovuta compiere nello scorso mese di marzo. “La vegetazione nell’alveo dei fiumi va mantenuta o no?” conclude il leghista.

Simone Pelloni (Lega) ha invece stigmatizzato come “la maggioranza che sostiene Bonaccini è piena di contraddizioni quando si parla di politiche del territorio”. Per quanto riguarda l’emergenza, anche il consigliere leghista tiene a una netta distinzione tra alluvione e terremoto, “emergenza che, in 11 anni, non ha ancora vista procedere alla ricostruzione di circa il 50% degli edifici pubblici”.

Andrea Liverani (Lega) ha invece sollecitato alla massima collaborazione “per il bene della Romagna”, ma ha lamentato come “le richieste di intervento e gli allarmi che nel corso degli anni sono stati lanciati dagli agricoltori, cioè da coloro che quotidianamente si prendono cura del territorio, sono sempre stati sistematicamente disattesi”.

(Luca Molinari e Luca Boccaletti)

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