L’Emilia-Romagna punta sui biodistretti per coniugare ambiente e sviluppo economico.
E’ lo spirito del progetto di legge proposto da Europa Verde e presentato oggi da Silvia Zamboni nel corso della commissione Politiche economiche presieduta da Manuela Rontini.
“Vogliamo creare delle comunità sostenibili”, spiega Zamboni nel fare il punto sulla situazione, legislativa e pratica, in Emilia-Romagna e in Italia. “Ci sono state novità importanti a livello nazionale rispetto a quando è stato depositato questo progetto di legge, è molto importante quello che è accaduto. Noi vogliamo creare delle comunità multifunzionali a tutela dell’ambiente e della salute”.
Scorrendo il testo del progetto di legge si vede che l’obiettivo del provvedimento è quello di disciplinare e promuovere i Biodistretti a livello regionale creando “un’alleanza” tra agricoltori, cittadini, operatori turistici, associazioni e pubbliche amministrazioni, con lo scopo di diffondere la cultura del biologico, i principi dell’agro-ecologia e favorire un modello di sviluppo sostenibile e compatibile con la tutela della biodiversità e le esigenze socioeconomiche dei territori e delle comunità insediate: si vuole promuovere e favorire la libera aggregazione delle imprese collegate all’agricoltura biologica; valorizzare e sostenere tutta le fasi che costituiscono la filiera del biologico (produzione, confezionamento, trasformazione, commercializzazione, distribuzione e promozione); promuovere e sostenere l’agricoltura sociale.
Partendo da quanto previsto dalla legge nazionale in materia, la capogruppo ecologista chiede che il nuovo provvedimento regionale favorisca e semplifichi l’applicazione delle norme di certificazione biologica e ambientale, promuova la coesione e la partecipazione dei soggetti economici e sociali dei territori. Fra gli obiettivi vanno registrati la riduzione dell’impatto ambientale, delle emissioni di gas serra e della produzione dei rifiuti, la salvaguardia delle risorse idriche, la limitazione di consumo di suolo, la promozione dell’apicoltura e il sostegno alle attività ecocompatibili collegate all’agricoltura biologica, quali l’offerta di prodotti biologici anche trasformati nella ristorazione pubblica e collettiva, la vendita diretta, la filiera corta, l’attività agrituristica, il turismo rurale, l’eco-turismo, il turismo culturale e quello enogastronomico.
Scorrendo i vari articoli della proposta di legge, si scopre che in conformità alla normativa statale, i Biodistretti sono definiti quali sistemi produttivi locali, costituiti da agricoltori biologici, trasformatori, associazioni di consumatori o enti locali, che coltivano e producono con metodo biologico, in una peculiare e distinta identità territoriale, storica e paesaggistica.
(Luca Molinari)