Ambiente e territorio

Bocchi (FdI): “Sospendere il Piano di controllo del colombaccio”

Presentata una risoluzione per chiedere di ritirare la delibera di giunta che consente l’abbattimento tra aprile e settembre

Sospendere il Piano di controllo quinquennale del colombaccio e annullare la delibera di giunta di novembre 2024, limitandosi a confermare la preapertura della caccia a questa specie e ad aumentare il numero di capi abbattibili in una singola giornata di caccia. Lo chiede Fratelli d’Italia con una risoluzione sottoscritta da Priamo Bocchi (primo firmatario), Marta Evangelisti, Nicola Marcello e Fausto Gianella.

“Il Piano -ha precisato Bocchi- consentirà il prelievo e l’abbattimento dei colombacci nel periodo compreso tra il 1° aprile e il 15 settembre di ogni anno. Stando alla delibera, i danni accertati apportati dal solo colombaccio all’agricoltura in tutto il territorio regionale ammonterebbero a 240.412 euro nel periodo 2016-2023 mentre quelli derivanti dal piccione (nello stesso periodo) a 1.065.742 euro. Il piano ha definito un contingente massimo di prelievo di 11mila esemplari in ambito regionale. Essendo il colombaccio un uccello migratore, i soggetti sedentari aumentano tra marzo e aprile e un indiscriminato abbattimento nel periodo di riproduzione andrebbe a influire sulla popolazione del colombaccio. Autorizzare gli abbattimenti senza avere solidi dati scientifici sulla consistenza della popolazione locale e senza vagliare un possibile incremento del prelievo venatorio, è una scelta sbagliata da un punto di vista etico e della corretta gestione faunistica-ambientale”.

“Il provvedimento relativo al deliberato piano di controllo quinquennale del colombaccio rappresenta solo un grosso torto fatto ai cacciatori di colombacci della regione Emilia-Romagna, alla popolazione di colombacci italiana e soprattutto alla scienza”, ha concluso il consigliere.

(Lucia Paci)

La comunicazione istituzionale del Servizio informazione dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna dal 12 aprile 2024 è soggetta alle disposizioni in materia di “par condicio” (legge 28/2000)

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