Governo locale e legalità

AMBIENTE BOLOGNA. CASALECCHIO, SEQUESTRO FORNO BIO-PANE PARCO CHIUSA, BIGNAMI (FI): CHIEDERE RISARCIMENTO A COOPERATIVA

Interrogazione alla Giunta: a soli dieci mesi dall’inaugurazione della struttura – un progetto nel quale il Comune di Casalecchio e la Regione (per la ristrutturazione del rustico dove è ubicato il laboratorio) avrebbero investito complessivamente 480.000 euro – una ispezione dei Carabinieri del Nas di Bologna avrebbe riscontrato “gravi carenze igienico-sanitarie nella struttura”. Di qui, riferisce il consigliere, il “sequestro cautelativo sanitario col divieto di somministrazione, lavorazione e vendita di ogni prodotto alimentare”

L’amministrazione comunale di Casalecchio di Reno (Bo) avrebbe promosso, dal 2007, un progetto di valorizzazione degli elementi naturali, storici e architettonici del Parco della Chiusa, noto come “Talon”, attribuendo funzioni di rilevante valore sociale e ambientale agli edifici e agli spazi recuperati, fra cui c’è anche la Corte Casa Santa Margherita, che costituisce il perno delle principali attività collegate al progetto di sviluppo dell’attività agricola all’interno del Parco.

Lo segnala il consigliere Galeazzo Bignami (Fi) in una interrogazione alla Giunta regionale, in cui afferma che una delle strutture che compongono la Corte “sarebbe stata ristrutturata come laboratorio, il cosiddetto Forno del bio-pane, con forno a mulino al piano terreno e granaio al piano superiore, e inaugurata il 9 novembre 2014”. Il progetto del Forno del bio-pane, riferisce Bignami, “sarebbe stato promosso dall’amministrazione di Casalecchio già dal 2007, finanziato dalla cooperativa Biodiversi per la cifra di 243.000 euro, con un rimborso da parte del Comune di 180.000 euro, ripartito in 5 anni”. Progetto, aggiunge, che “avrebbe ottenuto anche un contributo dalla Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e dalla Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, sarebbe sostenuto dalla Regione Emilia-Romagna, che avrebbe elargito un contributo di quasi 300.000 euro per la ristrutturazione del rustico che ospita il forno, e dal ministero delle Politiche agricole, in collaborazione con l’Università di Bologna”. La gestione dell’attività, si legge sempre nell’interrogazione, “è stata affidata alla cooperativa Biodiversi, che avrebbe dovuto coltivare, su terreni lasciati incolti da 10-15 anni all’interno del Parco, una selezione di grani antichi e altri cereali, con metodo biodinamico nell’ambito del progetto Bio-Pane”.

Ma “dopo solo dieci mesi dall’inaugurazione”, e, “presumibilmente, dall’inizio dell’attività del forno del bio-pane”, una “ispezione dei Carabinieri del Nas di Bologna avrebbe riscontrato gravi carenze igienico-sanitarie sia nelle stanze dell’abitazione che in quelli del rustico, sede del forno”. Sarebbe quindi scattato un “sequestro cautelativo sanitario col divieto di somministrazione, lavorazione e vendita di ogni prodotto alimentare”, mentre la giunta comunale di Casalecchio, sottolinea, avrebbe dichiarato, in un comunicato stampa, “di aver dato mandato alle strutture tecnico-amministrative, accertati i fatti riportati nel verbale dei Nas, di risolvere il contratto in corso con la cooperativa Biodiversi prima della scadenza, prevista per ottobre 2016”.

Bignami chiede quindi alla Giunta di riferire sull’effettivo utilizzo delle risorse pubbliche investite dalla Regione nella ristrutturazione della Corte e nel progetto del forno, di esprimere un parere sull’eventuale danno erariale subito dalle pubbliche amministrazioni e se sia possibile chiedere un risarcimento alla cooperativa Biodiversi per “l’inqualificabile gestione che ha portato al fallimento del progetto finanziato con interventi pubblici”. Il consigliere vuole quindi sapere quali siano le attività effettivamente svolte dalla cooperativa nei mesi successivi all’inaugurazione del forno, se siano state svolte nel rispetto delle normative vigenti e quale sia stato l’esito dei controlli effettuati dal Comune di Casalecchio per verificare la sussistenza delle condizioni per il legittimo esercizio dell’attività nei trenta giorni successivi alla dichiarazione di inizio attività. Infine, l’esponente di Fi domanda se, prima dell’intervento dei Carabinieri, “ci siano state segnalazioni, in caso di risposta affermativa, se ci sia stata adeguata vigilanza da parte degli organi preposti sull’andamento del bio-forno” e se “si ritengano opportune le dimissioni del primo cittadino e dell’assessore all’ambiente di Casalecchio per omessa vigilanza”.

(Tutti gli atti consiliari – dalle interrogazioni alle risoluzioni, ai progetti di legge – sono disponibili on line sul sito dell’Assemblea legislativa al link: http://www.assemblea.emr.it/attivita-legislativa)

(ac)

 

 

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