Il progetto proposto da ASA SCpA per la discarica di rifiuti non pericolosi a Castel Maggiore, nel bolognese, torna al centro di un’interrogazione di Silvia Piccinini (M5s), che vuole sapere dalla Giunta regionale se non sia “del tutto illegittima la procedura seguita dal Comune di Castel Maggiore, nel bolognese, per reperire un parere di conformità dell’intervento di sopraelevazione della discarica, attraverso nuovo abbancamento di rifiuti, agli strumenti urbanistici vigenti. Il parere richiesto dall’amministrazione, infatti, – sostiene la consigliera – non è stato redatto dal dirigente di settore, ma da un professionista esterno che, oltretutto, avrebbe prodotto il parere tre giorni prima della formalizzazione di questo incarico, quando era ancora in corso la ricerca, all’interno dell’Ente, di una professionalità adeguata, evitando quindi la spesa di risorse pubbliche.
Il professionista esterno – rileva Piccinini – avrebbe redatto il parere in data 6 maggio 2017, sono datate 4 e 6 maggio le note con cui “è stata effettuata una ricognizione all’interno del Comune per individuare figure professionali in grado di esprimere il parere richiesto” e risale al 9 maggio il documento con cui si affida l’incarico al professionista, un avvocato, in quanto “si ritiene opportuno acquisire un parere tecnico-legale per la verifica della conformità urbanistica dell’intervento” e “sull’inquadramento dal punto di vista ambientale e della normativa di settore”.
La consigliera si chiede come “sia stato possibile rendere un parere, certamente urgente, ma di una certa complessità, non in breve tempo, come richiesto, ma addirittura tre giorni prima della formalizzazione dell’incarico”. Ma emerge anche la domanda del motivo per cui il Comune abbia chiesto preventivi a due professionisti (pervenuti il 28 aprile e il 2 maggio) prima che fosse fatta la ricognizione all’interno dell’ente per appurare la presenza di una professionalità adeguata.
Piccinini chiede infine alla Giunta se “continuare a collegare la vita di questa discarica alle ceneri provenienti dall’inceneritore della provincia di Bologna, perpetuando all’infinito il modello ‘inceneritori&discariche’, non risulti un residuato di una politica dei rifiuti ormai sconfessata da ogni livello istituzionale”.
“I rifiuti conferiti nella discarica ASA, inoltre, – riferisce la consigliera, citando una delibera della Giunta regionale del 21 giugno 2017 – sono in larga misura costituiti da scorie pesanti provenienti da impianti di incenerimento (termovalorizzatori) di rifiuti solidi urbani, quali l’impianto di Granarolo dell’Emilia”.
(Antonella Celletti)