Stanziare risorse economiche per aiutare gli agricoltori delle valli Reno e Setta dopo i danni subiti dagli ungulati in sovrannnumero e consentire ai macelli autorizzati della zona di trattare la selvaggina per promuovere una carne sana e di qualità. Lo chiede Tommaso Foti (Fdi-An) in un’interrogazione alla Giunta. Il consigliere segnala che il macello comunale di Castel di Casio, realizzato nel 2007 con una spesa di circa 1.500.000 euro e con il parere contrario delle opposizioni del consiglio comunale di Grizzana Morandi che preferiva costruirlo nel proprio comune, si trova “in una località scomoda da raggiungere per gli abitanti delle vallate”. Per gli allevatori della valle Setta trasportare il bestiame in quella struttura comporta anche un “aggravio di costi”, visto che il più vicino macello pubblico di Castiglione dei Pepoli risulterebbe “non a norma”.
Il macello di Castel di Casio, destinato dapprincipio “esclusivamente alla carne bovina, ovina e suina, proprio a causa di detta impostazione restrittiva venne a trovarsi, negli anni seguenti, in condizione di precario equilibrio finanziario”. Il consigliere rileva però che dal 2013, secondo quanto emerso da un convegno tenutosi alla Rocchetta Mattei sulla filiera corta della selvaggina, il macello ha iniziato a trattare anche carni della fauna selvatica, ampiamente presente sul territorio, da vendere ad esercenti e ristoratori locali. Foti chiede quindi che tipo di iniziative la Giunta intenda portare avanti per consentire il trattamento della selvaggina nei macelli delle zone limitrofe.
(Francesca Mezzadri)
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