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Ambiente Bologna. No a Commissione d’inchiesta su diga di Pavana richiesta da Fdi, tema in commissione Ambiente

L’Assemblea approva un ordine del giorno presentato da Caliandro (Pd) e sottoscritto da Zamboni (Europa verde) con l’obiettivo di programmare, già a inizio ottobre, “uno specifico approfondimento in commissione sulle cause che hanno determinato il versamento di ingenti quantità di sedimenti e di materiali organici nel torrente Limentra e successivamente nel fiume Reno”

L’Assemblea legislativa respinge la richiesta di Marco Lisei di Fratelli d’Italia di “istituire una commissione d’inchiesta per fare chiarezza sui lavori di svuotamento della diga di Pavana, quantificare i danni e monitorare la situazione dal punto di vista ambientale e sanitario”. Per Lisei “è necessario capire cosa sia accaduto durante le operazioni di svaso della diga sul fiume Limentra, al confine tra la Toscana e l’Emilia-Romagna, reso necessario per l’adeguamento sismico richiesto dal ministero delle Infrastrutture al gestore dell’impianto”. Lavori, ha sottolineato il consigliere in aula, che “avrebbero causato la fuoriuscita di tonnellate di fango sedimentate, finite nel fiume, con la distruzione di un intero ecosistema”. Per l’esponente di Fdi è quindi fondamentale “accertare con una commissione speciale, diversa da quelle ordinarie, quanto accaduto a Pavana, quantificare i danni, individuare le responsabilità, verificare se i lavori siano stati svolti in modo corretto e indicare i tempi di ripristino e messa in sicurezza dell’area”. Di diverso parere la maggioranza. Per Igor Taruffi (Emilia-Romagna Coraggiosa) la questione deve essere affrontata nella commissione assembleare competente: “Già a inizio agosto avevo segnalato al presidente della commissione assembleare che si occupa delle tematiche ambientali la necessità di affrontare la questione, coinvolgendo tutti gli attori coinvolti nella vicenda, compreso ovviamente il gestore dell’invaso”. Per il consigliere, nel rilevare che l’amministrazione regionale ha da subito segnalato allamagistratura il problema, “è fondamentale chiarire quanto accaduto a Pavana (cioè verificare se siano state rispettate le prescrizioni fornite dalla Conferenza dei servizi)”. È poi necessario, ha aggiunto, “intervenire quanto prima per mettere in sicurezza l’area”. Dello stesso avviso anche Stefano Caliandro del Partito democratico e presidente della commissione assembleare Ambiente, che ha presentato un ordine del giorno (sottoscritto anche da Silvia Zamboni di Europa verde), approvato dall’Assemblea, con l’obiettivo di programmare, già a inizio ottobre, “uno specifico approfondimento in commissione sulle cause che hanno determinato il versamento di ingenti quantità di sedimenti e di materiali organici nel torrente Limentra in località Sambuca e successivamente nel fiume Reno”. Il consigliere ha poi ribadito la necessità “di avviare provvedimenti utili al ripristino dello stato dei luoghi e dell’ecosistema, di intraprendere nelle sedi opportune tutte le iniziative utili nei confronti dei soggetti che risulteranno a vario titolo responsabili e di valutare, come Regione Emilia-Romagna, l’opportunità di costituirsi parte civile nell’eventuale procedimento giudiziario”. Ipotesi, quest’ultima, che la stessa consigliera Silvia Zamboni (Europa verde) reputa “particolarmente utile”. Questo, aggiunge, “come strumento di controllo e verifica”. La consigliera ha poi ribadito la necessità di affrontare il tema nella commissione assembleare preposta, “senza sfuggire dal confronto”. Per Michele Facci (Lega), al contrario, “la vicenda è stata velocemente liquidata dall’amministrazione regionale, che ha attivato azioni insufficienti e per certi aspetti omissive: si vuole spostare l’attenzione su un aspetto e nasconderne altri”. Ci sono invece, ha aggiunto, “responsabilità anche da parte di chi era preposto ai controlli”. Per questo, ha rimarcato il consigliere, “è opportuno istituire una Commissione d’inchiesta”. Per Silvia Piccinini (Cinquestelle) è importante accertare quanto accaduto a Pavana: “Non deve passare tutto in sordina”. “Noi ci siamo per fare la nostra parte”, ha concluso la consigliera.

 

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