Il calendario venatorio regionale 2025-2026 manterrà le date di quello precedente con l’introduzione di qualche novità come l’inserimento della tortora fra le specie cacciabili e l’aumento del carniere giornaliero per il colombaccio. A fare il punto, in commissione Politiche economiche presieduta da Luca Giovanni Quintavalla, è stato l’assessore all’Agricoltura, caccia e pesca Alessio Mammi.
“Abbiamo ritenuto corretto utilizzare quale base per quest’anno il Calendario della precedente stagione -ha precisato Mammi- perché ha avuto riscontri positivi da parte degli organismi preposti al controllo. Tiene conto, inoltre, dei pronunciamenti di Tar e Consiglio di Stato che hanno respinto diversi ricorsi di alcune associazioni contro alcuni contenuti dei calendari venatori precedenti. Riteniamo che questo impianto rappresenti un punto di equilibrio fra le varie istanze e che sia rispettoso dei dettami legislativi. Prima di arrivare alla definizione del documento, entro la fine di maggio, aspettiamo i pareri obbligatori ma non vincolanti dell’Istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale (Ispra), del Comitato faunistico nazionale e del settore Aree protette. L’informativa di oggi ci permette di raccogliere i suggerimenti dei consiglieri”.
Nicola Marcello (FdI) ha sottolineato come “il provvedimento riguardi oltre 25mila cacciatori emiliano-romagnoli oltre agli iscritti ai nostri Ambiti territoriali di caccia (Atc), per un totale di oltre 40mila persone. Bene l’aumento del carniere per il colomabaccio. Opportuno chiarire se verrà potenziata la lotta agli ungulati e se verrà posta attenzione al lupo”.
Per Daniele Valbonesi (Pd) “il calendario venatorio emiliano-romagnolo è frutto di un equilibrio positivo che tiene conto di quanto accaduto l’anno scorso e anche per il mondo venatorio può essere apprezzabile. La struttura rappresenta una sintesi riuscita di varie istanze”.
Per Fausto Gianella (FdI) “è positivo che per la prima volta il calendario non venga ridimensionato. Sarebbe ora di inserire il cormorano fra le specie cacciabili, poiché sta creando danni ingenti al sistema ittico delle valli e delle lagune del Delta del Po. Si nutre di novellame di branzino e anguilla, che ora rischiano seriamente l’estinzione”.
Niccolò Bosi (Pd) ha chiesto “se sono previste limitazioni sui capi da prelevare dell’alzavola, specie protetta perché a rischio estinzione”.
Marco Mastacchi (Rete civica) ha sollecitato chiarimenti sulla caccia al colombaccio: “Negli anni passati c’era una continua lotta per aumentare le giornate di caccia e la Regione respingeva ogni richiesta. Come mai quest’anno è previsto un aumento? E perché si autorizzano prelievi straordinari in fase di nidificazione? Cosa è cambiato rispetto al passato?”.
Paolo Burani (Avs) ha chiesto “quali misure sono previste per il monitoraggio di beccaccia, beccaccino e tortora selvatica al fine di verificarne gli effetti sugli ecosistemi locali. Si chiarisca, inoltre, quali linee guida utilizza Ispra per valutare il nostro calendario venatorio”.
Lorenzo Casadei (M5s) ha evidenziato come “il rischio estinzione per l’anguilla non è colpa dei cormorani ma è da attribuire principalmente alla siccità degli ultimi anni e ai pescatori di frodo. Oltre che sulla caccia, occorre concentrarsi sulle altre ‘attività di contorno’ per salvaguardare la biodiversità”.
Per Giovanni Gordini (Civici con de Pascale) “è importante il controllo sul consumo della selvaggina intossicata da piombo”.
Marta Evangelisti (FdI) ha ricordato che “sul cormorano Fratelli d’Italia aveva già presentato un’interrogazione nella scorsa legislatura e ci avevano riposto che la Regione stava valutando di presentare a Ispra un piano di controllo: ci sono aggiornamenti?”.
Rispondendo ad alcune sollecitazioni Mammi ha ricordato che “per il colombaccio è stato chiesto un prelievo più intenso per fronteggiare i danni all’agricoltura, aspettiamo però il parere di Ispra”. E ancora: “Il lupo è protetto, non è una specie cacciabile e per i danni agli allevamenti sono riconosciuti risarcimenti dalla Regione. Sul lupo è in corso una discussione in Conferenza delle Regioni per aggiornare le normative nei casi di presenza vicino alle realtà antropiche. Sul cormorano abbiamo chiesto a Ispra di poter aumentare il prelievo a difesa delle attività e protezione dell’ecosistema e dell’ambiente”. Infine, sull’uso delle munizioni in piombo, i tecnici del settore hanno precisato che “esiste una raccomandazione di Ispra che la Regione ripropone nel calendario venatorio”.
(Lucia Paci)
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