Sanità e welfare

Ambiente e Sanità. Dibattito in commissione: “I progetti su qualità dell’aria e salute possono contare su 37 milioni”

Assessore Priolo: “Un Piano quinquennale, al centro incentivi per riscaldamento, agricoltura e mobilità”. I consiglieri: “Servono piani integrati e coordinamento con i Comuni. E alcuni chiedono di conoscere le motivazioni della condanna Ue all’Italia sugli sforamenti da Pm 10”

“Ulteriori disposizioni straordinarie in materia di tutela della qualità dell’aria e Progetto di studio su qualità dell’aria e salute”. E’ il tema discusso dalle commissioni Territorio, ambiente e mobilità, presieduta da Stefano Caliandro, e Politiche per la salute e politiche sociali, presieduta da Ottavia Soncini, riunite in seduta congiunta. L’assessore Irene Priolo (Ambiente, difesa del suolo e della costa, protezione civile) coadiuvata dai tecnici dell’assessorato e di Arpae ha illustrato il Piano straordinario dell’aria che sarà aggiornato in commissione il 10 febbraio.

L’assessore Priolo ha riassunto i contenuti e le novità del Piano, prima degli interventi dei consiglieri. Un Piano quinquennale che potrà contare, quest’anno, su 36,9 milioni di euro (all’inizio erano 21). I consiglieri hanno sottolineato che serve un’interazione del Piano aria con altri già realizzati (energia, mobilità, etc.) e che sarebbe utile vedere la documentazione della sentenza di condanna della Corte di giustizia europea per lo sforamento delle Pm10.

Il numero dei comuni della regione che hanno aderito al Piano aria è aumentato, erano 33, e ora coinvolge anche quelli di pianura inferiori ai 300 abitanti. “Tutti si sono detti soddisfatti- ha affermato Priolo dopo i numerosi incontri avuti- e l’esperienza è stata condivisa perché è sentita dalle amministrazioni e dai cittadini”. Tre i punti centrali del Piano: riscaldamento, agricoltura e mobilità sostenibile. Ai Comuni è stato anche chiesto di considerare un diverso Isee, adeguandolo ai tempi della crisi: passare da 17mila euro a 19mila, “un compromesso accettabile”.

Ai Comuni è stato spiegato che non ci saranno più le stufe a “tre stelle” e che si lavorerà sui controlli. “Ci sono 21 milioni- ha detto l’assessore- per mettere da parte il riscaldamento a legno, quello più inquinante. Attediamo di capire come la norma nazionale inciderà sul cambiamento”. I controlli sul traffico, poi, saranno ridotti nei comuni con meno di 5 mila abitanti, passando da 300 annui a 100.

I finanziamenti prevedono quasi 37 milioni. Una decina sono destinati all’agricoltura (copertura vasche stoccaggio liquami e abbruciamento dei residui vegetali, quest’ultimo un piano gemello a quello della Lombardia), 16,9 alla mobilità (sostituzione parco auto Pubblica amministrazione, ma anche bike work e strade scolastiche) e tre, aggiunti di recente, per la forestazione. Priolo ha anche detto che il Recovery fund tenga conto delle peculiarità morfologiche del Bacino padano. Infine, rispondendo alle domande dei consiglieri, l’assessore ha sottolineato che “ormai il tema della sostenibilità è condiviso da tutti gli schieramenti”.

Un tecnico dell’assessorato ha parlato dell’interazione tra salute e inquinamento. Si tratta di un progetto di visione. Il monitoraggio dell’aria è accurato e ci sono dati provenienti dagli studi longitudinali. I risultati attesi sono il numero delle morti annue evitabili, la valutazione dell’esposizione cronica all’inquinamento (incidenza di tumori, malattie respiratori, diabete, ma anche malattie neurodegenerative).

Fra i consiglieri, Michele Facci (Lega) ha chiesto di acquisire, dalla Corte di giustizia Ue, le motivazioni della condanna dell’Italia e perché il Bacino padano sia nel mirino. Inoltre, Facci vuole sapere come verranno ripartiti gli investimenti della Regione. Perplessità, poi, è stata espressa sullo smart working istituzionalizzato nel settore pubblico, che rischia di far venire meno alcuni servizi ai cittadini. Il collega di gruppo Emiliano Occhi, ha ricordato che i provvedimenti per l’aria sono uguali per tutti i Paesi, ma “non considera l’inversione termina del Bacino Padano né che Polonia e Germania usino ancora il carbone”. Inoltre, le domeniche ecologiche potrebbero causare problemi ai comuni dove si organizzano sagre e altre manifestazioni. Infine, Occhi ha notato “posizioni diverse nella maggioranza. Ritengo che l’agricoltura ha sì attività impattanti, ma alcune ci hanno permesso di essere fra le zone più ricche del mondo”. L’altro consigliere leghista, Simone Pelloni, ha evidenziato il ruolo degli inceneritori: “Alcuni sono nelle zone più inquinate, ma non se ne parla. Se tutti i comuni della regione si fossero adeguati alla Legge regionale del 2016 sulla raccolta differenziata dei rifiuti, ne avremmo due o tre in meno. Credo, poi, che serva una pianificazione provinciale integrata per sostituire i mezzi delle pubbliche amministrazioni e che vada incentivata la pianificazione urbanistica fra i Comuni”. Infine gli alberi: “Va bene la forestazione, ma se poi non si fanno impianti irrigui o la manutenzione ordinaria gli alberi muoiono”.

Silvia Piccinini (Movimento 5 stelle) ha detto che era necessario “che la Regione, dopo la condanna all’Italia, mettesse in campo una risposta convincente. Positive le proposte su mobilità e agricoltura. La Regione trovi altre risorse nel Recovery fund”. La consigliera M5s ha chiesto anche se il registro tumori sia attuato e se la commissione Salute possa fare il punto della situazione.

“E’ vero che la morfologia penalizza il Bacino padano- ha scandito Silvia Zamboni (Europa Verde)- ma non può essere una scusante. Servono grandi finanziamenti. Purtroppo il Piano nazionale di resilienza e ripartenza (Pnrr) non ha previsto risorse per il Bacino padano, non riconosciuto come emergenza nazionale, e l’aria”. Interessante la relazione dei tecnici, “perché gli studi correlano i dati epidemiologici con quelli economici e sociali”. Positivi, poi, gli interventi del piano su riscaldamento, agricoltura e mobilità: “La maggioranza è compatta. Occorre guardare alle nuove tecnologie per una transizione ecologica attenta alla tutela della salute”.

Sulla integrazione di diversi Piani, ha insistito il consigliere Igor Taruffi (ER Coraggiosa): “Sì all’approfondimento delle carte, ma c’è la necessità di intervenire con misure strutturali a prescindere dalla sentenza Ue”. Anche Taruffi ha detto che il Pnrr non prevede fondi, ma contiene misure sul Tpl e sul riscaldamento: “Le nostre azioni nel Pair- al netto di quelle straordinarie- non possono non essere integrate con altri strumenti di pianificazione di cui discuteremo, come i Piani trasporti, rifiuti, tutela acque, energetico”.

Anche il consigliere Andrea Costa (Pd) si è detto d’accordo “su azioni integrate e partecipate con i Comuni”. Costa vuole sapere quale sia la foto del punto di partenza delle 4 Regioni del Bacino padano, se c’è coordinamento, quali siano le diversità e se ci sia “un’elaborazione di macro interventi che le 4 Regioni intendono mettere in campo”.

 

 

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