Ambiente e territorio

Felicori (IV): liberalizzare gli usi urbani per riqualificare le fabbriche dismesse

Presentata una proposta di legge che punta a favorire l’uso degli edifici abbandonati, riqualificare le periferie e ridurre il consumo di suolo nei territori extraurbani

Promuovere un più intenso utilizzo delle risorse immobiliari nelle città, per ridurre il consumo di suolo nelle aree extraurbane; garantire ambienti urbani più e meglio caratterizzati nel senso della concorrenza fra le diverse attività economiche insediate o insediabili nelle città; operare per un recupero dei fabbricati produttivi dismessi.

Sono i punti di forza del disegno di legge “Norme per la liberalizzazione degli usi urbani” presentato da Mauro Felicori, nella sua veste di consigliere regionale iscritto al gruppo di Italia Viva.

“Esistono almeno tre ragioni essenziali per un’iniziativa legislativa in materia di liberalizzazione degli usi urbani in Emilia-Romagna: la prima ragione si può ritrovare nell’obiettivo di limitare il consumo della risorsa suolo, la seconda motivazione -sottolinea Felicori- è la necessità/opportunità di sostenere in ogni modo utile e possibile una presenza effettiva e rispondente di un ambiente concorrenziale all’interno delle dinamiche urbane. Terzo motivo: bisogna andare verso una liberalizzazione degli usi, esiste la grande questione irrisolta dei fabbricati produttivi dismessi, sui versanti dell’industria, dell’artigianato produttivo e del commercio all’ingrosso”.

Da qui la proposta di legge di quattro articoli per, spiega Felicori, “poter operare efficacemente verso l’obiettivo di una qualificazione delle periferie, riconosciuto come un obiettivo primario della pianificazione urbanistica: in ordine alle tre criticità strutturali evidenziate, ciò che sorprende, ancora, è una significativa assenza di una risposta da parte della Regione Emilia-Romagna, tanto sul versante delle politiche economiche quanto su quello delle politiche urbanistiche; queste ultime pure di forte e solida competenza dei livelli regionali di governo”.

(Luca Molinari)

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