“Siamo parzialmente soddisfatti della risposta dell’assessore. Parzialmente perché la preoccupazione rimane tutta sul progetto presentato, visto che l’assessore non ha fugato i dubbi, ma siamo contenti che il progetto alternativo nato dalla cittadinanza venga valutato”. Sono le parole di Andrea Bertani utilizzate per rispondere all’intervento dell’assessore all’Ambiente Paola Gazzolo, interpellata dallo stesso consigliere del Movimento 5 stelle in merito alla situazione riguardante il progetto di rinaturalizzazione delle vasche di decantazione dell’ex zuccherificio di Comacchio (Ferrara), attualmente di proprietà della S.I.Pro, Agenzia provinciale per lo sviluppo (società per azioni i cui soci sono tutti i Comuni della provincia di Ferrara)
Nell’interpellanza, presentata oggi in Aula, il pentastellato ha chiesto all’esecutivo se non ritenga che “sussistano valide ragioni, sia di natura paesaggistica e ambientale sia di tutela della salute pubblica, per annullare le autorizzazioni, i nulla osta e le concessioni rilasciate per la realizzazione del progetto”. In particolare il consigliere ha domandato “se sia mai stata fatta una Valutazione di incidenza ambientale; se l’Ente di gestione dei Parchi e Biodiversità del Delta del Po abbia richiesto il preventivo parere di Arpae per conoscere l’idoneità chimico-fisica dei terreni; se non siano necessarie le analisi sui terreni parzialmente bonificati, tenendo conto che le vasche di decantazione si trovano a pochissima distanza da un centro abitato e confinano con il Canale navigabile; se non sia importante individuare e localizzare i terreni scavati in situ e prevedere arginature, non solo provvisorie come quelle programmate, per garantire la pendenza dei terreni onde evitare il rischio frane”. Inoltre, data la notevole durata temporale prevista (dieci anni), come sottolineato da Bertani, “il progetto di rinaturalizzazione dovrebbe essere considerato più che altro come un deposito di materiale terroso solo parzialmente decontaminato”. Per questo il pentastellato chiede “se non sia più opportuno ripristinare l’habitat delle terre umide, indispensabili per combattere le alluvioni e i cambiamenti climatici, piuttosto che perseverare con operazioni di interramento e cattiva bonifica”.
Domande a cui Gazzolo ha replicato sottolineato che “per autorizzare il progetto non risulta necessaria l’effettuazione della valutazione di incidenza ambientale perché l’area di intervento è esterna al sito Natura2000. L’Ente di gestione per i parchi e la biodiversità- ha continuato- ha affermato inoltre che l’istanza progettuale della Si.Pro si allinea con quanto stabilito e disposto dalla normativa tecnica di attuazione del Piano di stazione centro storico”. Infine l’assessore ha aggiunto: “Va evidenziato infine che, nell’ambito dell’operazione ‘ripristino ecosistema’ del Psr 2014-2020, è possibile presentare progetti di rinaturalizzazione di aree a condizioni che queste siano classificate come agricole, abbiano una superficie di almeno un ettaro, siano ubicate in pianura e si preveda la realizzazione di boschetti, zone umide, prati umidi, siepi, complessi macchia e radura e altre tipologie di interventi di recupero”.
(Andrea Perini)