Ambiente e territorio

Incendio all’ex Falco di Codigoro (Ferrara), Bertani (M5s) vuol conoscere i risultati delle analisi Arpae

L’esponente pentastellato sottolinea come l’area “sia a rischio”, tanto che si è deciso “di applicare tutele” per preservare le persone e le attività produttive

Andrea Bertani
Andrea Bertani (M5s)

L’incendio scoppiato sabato pomeriggio all’ex Falco di Codigoro, nello stabilimento oggi di proprietà della multinazionale turca Kastamonu e che ha mandato in fiamme un’enorme catasta di legna, preoccupando i residenti e i lavoratori della zona, finisce al centro di un’interrogazione di Andrea Bertani del Movimento Cinque Stelle.

“Arpae – spiega l’esponente M5s – sarebbe intervenuta sul luogo dell’incendio già sabato in serata e domenica mattina, per verificare lo stato delle operazioni di spegnimento e gli eventuali impatti del rogo sull’ambiente” e per “tutelare la pubblica incolumità e su proposta dell’Ausl di Ferrara, si è deciso di applicare nell’area circostante il focolaio di incendio, estesa per un raggio di 5 chilometri e individuata come area a maggiore rischio sulla base di precedenti episodi, diverse cautele”, tra cui l’obbligo di tracciabilità delle foraggere raccolte dopo l’evento e divieto di alimentare i bovini con foraggi raccolti dopo l’evento, divieto di consumo delle uova prodotte da galline allevate all’aperto, rimanere all’interno degli edifici con porte e finestre chiuse e di svolgere attività sportiva all’aria aperta. Sono solo alcune delle cautele richieste, perché, spiega Bertani, “i potenziali inquinanti data la natura non controllata della combustione e l’eterogeneità dei materiali nella enorme catasta che sta bruciando sono di natura altamente pericolosa”.

Dunque, il consigliere interroga la giunta per sapere “quali siano stati i risultati delle analisi, svolte da Arpae, a ridosso dell’evento e anche successivamente, se non intendano adottare, in accordo con gli enti locali competenti di volta in volta, con Arpae e le Ausl, prescrizioni per la tenuta, conservazione, accatastamento e separazione del materiale oggetto di lavorazione, sia dell’azienda in questione sia di altre similari, in modo che non continuino a verificarsi incendi ricorrenti, soprattutto nel periodo estivo, causa di danni evidenti alla collettività e alle realtà produttive e – conclude Bertani – quali siano le filiere e le aziende che approvvigionano la Kastamonu, e le aziende di cui la stessa sia fornitrice di pannelli in truciolato o materiali simili”.

(Margherita Giacchi)

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