Ambiente e territorio

Ambiente Ferrara. Sacca Goro: audizione dei rappresentanti di cooperative di miticoltori

Oggetto dell’audizione in commissione Politiche economiche, il Regolamento sul prelievo del novellame nelle aree adibite a incubatrici. Interventi di consiglieri del Pd, Ln e M5s

Audizione in commissione Politiche economiche, presieduta da Luciana Serri, dei responsabili delle cooperative più rappresentative degli allevatori di mitili nella Sacca di Goro, in provincia di Ferrara, in merito al Regolamento sul prelievo del novellame (seme delle vongole, ndr) nelle aree in concessione adibite a incubatrici (zone nursery).

I lavori della commissione si sono aperti con una discussione preliminare sul metodo con cui si è proceduto alla convocazione dell’audizione. Per una consigliera e un consigliere del Pd nonché per altri due consiglieri della Ln, la convocazione in audizione dei responsabili delle cooperative più rappresentative che partecipano al Comitato di gestione delle aree adibite a incubatrici è rispettosa del metodo adottato dalle commissioni assembleari, cioè interloquire con i soggetti che in via maggioritaria sono preposti a rappresentare e tutelare gli interessi generali di una determinata categoria. Al contrario, un consigliere del M5s, dato che in questo caso si parla di gestione di aree pubbliche, dunque di un bene comune, ha rivendicato come sarebbe stato opportuno allargare la convocazione anche a chi ha rappresentanza minoritaria.

I responsabili delle cooperative di mitilicoltori (sono 1.600 quelli che lavorano nella Sacca) hanno riaffermato come il principio cardine alla base del Regolamento sulla gestione delle aree nursery sia quello della sussidiarietà e della condivisione, finora dimostratosi equo ed efficace. Le aree di incubazione del novellame – il reparto maternità della Sacca, come lo chiamano affettuosamente i miticoltori – sono state create nel 2003 e rappresentano un elemento determinante per la sostenibilità economica, ambientale e sociale della Sacca, da poco diventata patrimonio dell’Unesco. Inoltre, queste aree incubatrici costituiscono un eccellente esempio di governance territoriale, rilevante per la sostenibilità dell’ecosistema e dell’economia locale, dato che garantiscono una produzione annua media di 15mila tonnellate di vongole veraci. Si tratta, quindi, hanno concluso i rappresentanti dei miticoltori, di un modello di gestione vincente su tutti i fronti.

Una consigliera del Pd ha messo in evidenza come la Sacca di Goro sia un’area unica, del tutto diversa da qualsiasi altro comparto produttivo e quindi difficile da gestire. La Regione, pertanto, deve preservare il modello gestionale adottato dagli operatori locali, che si è dimostrato equilibrato, equo, efficiente ed efficace.

Un consigliere della Ln, nel ricordare come siano in corso interventi di dragaggio nella Sacca e nel Po di Volano per migliorare l’ossigenazione delle acque interne, ha tributato un riconoscimento alle cooperative di mitilicoltori per come vengono gestite le aree nursery, nell’attesa che sia la Giunta regionale a pronunciarsi ufficialmente su talune segnalazioni di anomalie nell’applicazione del Regolamento sulla gestione di quelle aree.

Un consigliere dem ha sottolineato l’importanza dell’audizione per far conoscere una realtà peculiare come quella della Sacca di Goro, che ha assunto rilevanza per l’economia regionale e nazionale, ribadendo la valenza del metodo di confronto basato sulla rappresentatività dei soggetti interessati, che mette al riparo da qualsiasi deriva verso la disintermediazione.

Un consigliere del M5s ha ribadito come per un organo istituzionale quale la commissione assembleare sia importante ascoltare anche le rappresentanze minoritarie e le voci critiche. Riguardo al Regolamento, ha rilevato come la clausola che riserva il prelievo del novellame solo alle cooperative che entrano a far parte del Comitato di gestione sia un limite che rischia di essere penalizzante. Per questo, ha invitato la Regione a vigilare sulla gestione di un bene comune che, in quanto tale, richiede equità e trasparenza, magari valutando forme di gestione similari a quelle che disciplinano gli usi civici dei beni pubblici.

I rappresentanti dei miticoltori hanno replicato come il Regolamento preveda che le aree incubatrici siano accessibili a tutti e che, quindi, il modello di gestione tramite il Comitato non escluda alcun soggetto. Inoltre, hanno precisato, al Comitato hanno aderito quasi tutte le cooperative che operano nella Sacca, pochissime non lo hanno fatto mentre alcune che vi avevano aderito, dato che hanno agito in violazione delle regole, sono state espulse. Il Regolamento, inoltre, hanno specificato i responsabili, viene approvato da tutte le cooperative che aderiscono alle aree nursery – l’adesione è aperta anche a chi non lo avesse fatto originariamente – e, successivamente, viene recepito e “vidimato” dalla Regione, competente a legiferare sulle zone date in concessione (lo Stato ha competenza solo sulle zone libere da concessioni, ndr).

Il consigliere pentastellato, infine, ha chiesto chiarimenti sulle future concessioni. I rappresentati dei mitilicoltori gli hanno risposto che si sta aspettando la definizione del quadro giuridico, in quanto sembra che il rinnovo automatico delle concessioni non sia più previsto. Il nostro desiderio, hanno concluso, è che si mantenga il modello esistente.

(Luca Govoni)

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