Rivedere il piano quinquennale sul colombaccio per tutelare la riproduzione della specie.
A chiederlo, in un’interrogazione, è Tommaso Fiazza (Lega) che ricorda come “il colombaccio è considerato specie cacciabile dalla terza domenica di settembre al 31 gennaio, con possibilità di anticipo al 1° settembre e prolungamento al 10 febbraio, ma contrariamente a tali disposizioni, il Piano prevede il controllo della specie in ambiente rurale e in prossimità di fabbricati agricoli a partire dal 1° aprile e fino al 15 settembre di ogni annualità, quindi in piena fase riproduttiva. Questo periodo corrisponderebbe (secondo il Piano) ai periodi di danneggiamento alle colture. Tale misura rischia di compromettere il capitale riproduttivo della specie, oltre ad avere ripercussioni negative su altri areali, considerando che il colombaccio è una specie migratrice e che gli esemplari stanziali sono fortemente incrementati dai soggetti che giungono a nidificare nei mesi di marzo e aprile. Sarebbe sufficiente concedere più giornate e maggiori carnieri quando i colombacci hanno già portato a termine la stagione riproduttiva per calmierare la specie”.
(Luca Molinari)