Con un’interrogazione Giulia Gibertoni (Misto) chiede all’esecutivo regionale di valutare il ritiro del parere espresso (lo scorso 4 febbraio) in merito alla realizzazione di un nuovo impianto eolico denominato “Monte Giogo di Villore”, che coinvolge comuni del fiorentino e aree (monte Gemelli e monte Guffone) della provincia di Forlì-Cesena.
La Regione Emilia-Romagna, sottolinea la consigliera, “si è espressa favorevolmente sull’intervento, spiegando che ‘si valutano ridotti gli effetti ambientali relativi agli aspetti paesaggistici e di visibilità degli aerogeneratori dai beni culturali e paesaggistici, dalle aree sensibili e dai siti di Natura 2000 regionali interessati indirettamente dal progetto’”. Parere, prosegue la capogruppo, “che sarebbe in contrasto con le prescrizioni di tutela paesaggistica oltre che a rappresentare un pessimo viatico nel processo di adeguamento del Piano territoriale paesaggistico regionale (PTPR) dell’Emilia-Romagna al Codice dei beni culturali e del paesaggio”.
Il progetto, si legge nell’atto, “prevede la realizzazione di un nuovo impianto eolico composto da otto aerogeneratori che superano l’altezza di 160 metri (per un investimento di circa 35 milioni di euro), cioè quella di un palazzo di 50 piani, tra l’altro in un ambito di crinale, circostanze queste che determineranno uno stravolgimento del paesaggio”.
Gibertoni rileva poi che “il progetto ha raccolto innumerevoli giudizi negativi, da parte delle più diverse associazioni e anche dagli enti interessati, come l’Unione dei Comuni della Romagna forlivese – Unione montana (che riunisce 15 comuni della provincia di Forlì-Cesena), che ha riferito come l’impianto è ‘visibile da una parte significativa del territorio comunale di Portico e San Benedetto e incide negativamente sul paesaggio collinare, in particolare per la visibilità da crinali oggetto di particolare tutela’”. Dello stesso avviso, prosegue la consigliera, “il Parco nazionale delle Foreste casentinesi, monte Falterona e Campigna, che ha ribadito come ‘la costruzione dell’impianto eolico avrebbe un impatto negativo significativo su numerose specie di interesse conservazionistico’, inoltre ‘comporterebbe la necessità di effettuare ingenti sbancamenti con conseguenti pesanti modifiche dell’attuale assetto morfologico dell’area, con significativi impatti non solo da un punto di vista naturalistico ma anche paesaggistico’, in più le strutture verrebbero costruite ‘in un tratto interessato dal passaggio di numerosi percorsi escursionistici’”. Il parere dell’ente parco, evidenzia la capogruppo, “è stato poi contestato dal soggetto proponente, che ha chiesto alla Conferenza dei servizi che ‘non sia tenuto in conto nella Valutazione di incidenza’”.
Giulia Gibertoni spiega poi che nell’area “il torrente dell’Acqua Cheta attraversa, lungo il suo percorso, zone di eccezionale valore paesaggistico, in più tutta la valle ha un interesse storico legato alla presenza dei monaci benedettini”. Se questa proposta dovesse passare, conclude la consigliera, “farà inevitabilmente da battistrada a progetti simili lungo tutto il crinale tosco-emiliano, facendo leva sul ricatto, falsamente ambientalista, che chi è per la decarbonizzazione non può sottrarsi al dovere di accettare impianti come questo, affermazione che si legge in più punti della stessa proposta”.
(Cristian Casali)