Sul progetto di ricerca di idrocarburi, autorizzato nel territorio di Forlì-Cesena, la Regione dovrebbe, in sede di Valutazione di impatto ambientale (Via), non solo coinvolgere i cittadini in una istruttoria pubblica ma anche richiedere le garanzie economiche affinché l’impresa sia in grado di coprire i costi di eventuali danni derivanti da un aggravamento dei fenomeni di subsidenza nel territorio interessato.
È quanto chiedono i consiglieri di Sinistra italiana, Igor Taruffi e Yuri Torri assieme a Piergiovanni Alleva (AltraE-R) in una interrogazione rivolta alla Giunta regionale a proposito del progetto “Torre del Moro” presentato da una società australiana e autorizzato dal Ministero dello Sviluppo Economico, nel febbraio scorso, su un’area che coinvolge i comuni di Forlì, Forlimpopoli, Cesena, Bertinoro e Meldola. “La realizzazione dei pozzi esplorativi -segnalano- dovrà essere sottoposta a una nuova procedura di Valutazione di impatto ambientale, una volta localizzato precisamente il sito della postazione e fermo restando che il cantiere di perforazione non potrà essere ubicato nelle zone in cui è stata esclusa la possibilità di effettuare la prospezione sismica”.
I consiglieri fanno presente che “i numerosi studi eseguiti negli ultimi decenni, anche dalla Regione, hanno consentito di capire che i valori di subsidenza così elevati, registrati soprattutto nei territori della pianura emiliano-romagnola, sono da attribuire al massiccio prelievo di fluidi dal sottosuolo (acqua e idrocarburi) che è stato fatto dal secondo dopoguerra fino ad oggi”. Eppure, segnalano i firmatari dell’interrogazione, le due delibere di Giunta, rispettivamente del 2013 e 2015 (riguardanti una la compatibilità ambientale del progetto e l’altra l’intesa per la concessione del permesso di ricerca di idrocarburi), “non riportano alcuna prescrizione al proponente rispetto ad eventuali danni derivanti da un aggravamento dei fenomeni di subsidenza nel territorio interessato”. Di qui la richiesta per sapere in particolare se la Regione non ritenga necessario, in sede di Via per la realizzazione dei pozzi esplorativi, non solo “subordinare i lavori alla dimostrazione, da parte della società, dell’esistenza di tutte le garanzie economiche per coprire i costi di un eventuale incidente durante le attività, rapportati all’ipotesi più grave tra i diversi scenari ipotizzati nell’analisi dei rischi del progetto, ma anche inserire prescrizioni in ordine ad eventuali danni legati al peggioramento della subsidenza nel territorio interessato”.
Per quanto poi riguarda la partecipazione dei cittadini, nell’interrogazione si fa notare che “né entro il prescritto termine del 4 febbraio 2013, né successivamente” risulta che siano state presentate alla Regione Emilia-Romagna, su iniziativa di singoli o di associazioni, osservazioni inerenti il permesso di ricerca idrocarburi in questione, né si sarebbe svolta alcun genere di istruttoria o di assemblea pubblica da parte dei Comuni interessati, della Provincia o della Regione, e nemmeno altre forme di partecipazione previste dalla legge regionale 3/2010.
Rispetto alle richieste su partecipazione e tutele contro eventuali danni, gli esponenti di Si e Altra E-R vogliono anche sapere se la Regione intenda estendere tali previsioni anche a tutte le richieste di ricerca ed estrazione di idrocarburi che interesseranno da oggi in poi il territorio regionale.
(Tutti gli atti consiliari – dalle interrogazioni alle risoluzioni, ai progetti di legge – sono disponibili on line sul sito dell’Assemblea legislativa al link: http://www.assemblea.emr.it/leggi-e-atti/oggetti-assembleari)
(Isabella Scandaletti)