“Il Polo estrattivo di Magliano, nel forlivese, è in netto contrasto sia con la pianificazione sovraordinata del Piano infraregionale attività estrattive (Piae) provinciale sia con le misure di conservazione del Sito di interesse comunitario (Sic) ‘IT4080006 – Zona speciale di conservazione (Zsc) – Meandri del fiume Ronco’ di competenza regionale”.
È Silvia Zamboni (Europa verde) a chiedere, con un question time discusso in Aula, di “rivalutare l’inserimento del polo estrattivo nel Piano attività estrattive (Pae) 2016-2026 del Comune di Forlì”.
La consigliera chiede poi di “trasferire, in tempi brevi, l’attività di lavorazione inerti presente da ormai troppo tempo all’interno dell’area protetta, le cui lavorazioni, come ben evidenziato nello studio di incidenza, arrecano grande disturbo alla componente naturalistica e paesaggistica, precludendo il mantenimento dell’assetto delle reti ecologiche e compromettendo la sopravvivenza stessa delle specie presenti”.
Il nuovo Piano comunale delle attività estrattive del Comune di Forlì (PAE 2016-2026), ha spiegato Zamboni in Assemblea legislativa, “approvato ad aprile, contemplerebbe l’apertura di nuovi poli estrattivi, tra cui Magliano, in un’area che non è più utilizzata per le escavazioni da circa 20 anni e che nel frattempo si è rinaturalizzata (tanto che la Regione Emilia-Romagna ha istituito in quel tratto di fiume e nelle zone limitrofe un Sito di interesse comunitario (SIC) denominato ‘IT4080006 – ZSC – Meandri del fiume Ronco’, area protetta la cui gestione spetta alla Regione Emilia-Romagna, con numerose specie faunistiche di rilievo, in particolare di ambiente acquatico”. La previsione, ha rimarcato la capogruppo, “del polo estrattivo di Magliano all’interno di un’area protetta quale è appunto un Sic sarebbe, se confermata, incompatibile con la normativa regionale in vigore”. Peraltro, ha concluso, “il polo estrattivo di Magliano non risulterebbe presente nel Piano Infraregionale delle attività estrattive (PIAE) della Provincia di Forlì-Cesena”.
La risposta è arrivata, in Assemblea, dall’assessora Barbara Lori, che ha ribadito che l’area protetta in questione “è di grande interesse per noi”, in questo sito non è possibile aprire nuove cave (ci sono dei limiti legislativi), sono invece ammessi interventi di escavazione di pubblico interesse. L’assessore Lori, infine, ha spiegato che l’esecutivo regionale “vigilerà sugli eventuali procedimenti: interverremo affinché tutte le tutele del caso vengano messe in atto”.
(Cristian Casali)