Hera Spa e la sua partecipata Herambiente Spa sotto la lente dell’Autorità nazionale anticorruzione.
E’ quanto emerge da un’interrogazione di Tommaso Foti (Fdi-An), dove si legge che il 22 giugno 2017 è stata depositata presso la segreteria del consiglio dell’Autorità una delibera, trasmessa anche alla Regione, ad Atersir (Agenzia territoriale dell’Emilia-Romagna per i servizi idrici e rifiuti), alla procura della Repubblica di Bologna e alla procura della Corte dei Conti per l’Emilia-Romagna, riguardante un’attività ispettiva presso le due società per “acquisire elementi conoscitivi sull’attività contrattuale svolta nell’ultimo triennio nell’ambito della gestione del servizio integrato dei rifiuti e alla verifica del ricorso agli istituti delle proroghe e rinnovi”.
L’indagine – riferisce il consigliere – si è concentrata sull’analisi di un campione di affidamenti nel settore rifiuti estratti dai dati reperibili presso la Banca dati nazionale contratti pubblici: “il campione – si legge nell’interrogazione – risulta composto da 48 affidamenti di Hera spa e 133 affidamenti di Herambiente spa dalla cui analisi sono emerse una serie di criticità per le quali sono state mosse contestazioni che hanno riguardato in particolare: le modalità di affidamento dei contratti a terzi; l’oggetto degli affidamenti-sub affidamenti; i rapporti tra Hera ed Herambiente; il regime di prorogatio delle convenzioni; violazioni varie al codice dei contratti”.
Per quanto riguarda le modalità di affidamento dei contratti operate dalle due società nel periodo 2013-2015, il documento citato da Foti riporta che “la disamina condotta sugli affidamenti di Hera, effettuata sui dati acquisiti dalla Banca dati nazionale contratti pubblici dell’Anac, ha evidenziato il cospicuo ricorso a procedure non ad evidenza pubblica, in termini quantitativi pari al 96,39% delle procedure espletate che, però, in termini di importi affidati incide per il 37,27% del totale” e che “nel caso di Herambiente è quindi possibile affermare che le procedure non ad evidenza pubblica sono in pratica lo strumento ordinario per l’affidamento di contratti di lavori, servizi e forniture.”
L’analisi del campione di contratti – riferisce ancora Foti – ha rilevato “che in taluni casi sono stati affidati a terzi parti rilevanti delle attività del ciclo quali le prestazioni connesse al servizio di raccolta e trasporto rifiuti solidi urbani e assimilati, raccolte differenziate, conduzione dei centri di raccolta, compresi servizi accessori, e le prestazioni connesse al servizio di spazzamento manuale e meccanizzato, compresi i servizi accessori”. Si presentano, quindi, – si legge – “possibili profili di incongruenza con le previsioni contenute in modo pressoché analogo in tutte le diverse convenzioni stipulate tra gli AAto ed Hera che vietano al gestore di cedere o sub affidare anche parzialmente il servizio di gestione dei rifiuti urbani oggetto della convenzione, sotto pena dell’immediata risoluzione della medesima”.
Il consigliere rileva inoltre che, secondo l’interpretazione fornita da Atersir, questo divieto “investirebbe solo i casi in cui, tramite l’esternalizzazione, il gestore si spogli, anche parzialmente, della titolarità della concessione, ovvero del rischio operativo e della responsabilità connessi alla stessa”.
Ma dall’intero atto – rileva – emergono “carenze” anche da parte di Atersir, “soprattutto sull’attività di vigilanza”.
Di qui, la richiesta alla Giunta di assumere iniziative, sulla base della normativa vigente e in particolare della legge regionale 23/2011, per far rispettare le raccomandazioni formulate da Anac e per adempiere alla raccomandazione della stessa Autorità che “ritiene opportuno un intervento della Regione Emilia Romagna affinché fornisca ogni possibile ausilio all’Atersir per l’improrogabile assolvimento dei propri compiti”.
Foti, infine, chiede all’esecutivo regionale di esprimere un giudizio sull’operato di Atersir.
(Antonella Celletti)